2014-08-23 16:43:00

Almeno 28 morti in Iraq mentre è emergenza profughi


Almeno 28 persone sono morte in Iraq in due diversi attentati: uno a Baghdad e uno a Kirkuk. Almeno 20 persone sono state uccise e 65 ferite  nell'esplosione quasi simultanea di tre autobomba nella citta' settentrionale di Kirkuk,  8 persone per un'automba contro un centro di servizi di sicurezza nella capitale. Gli attentati sono avvenuti mentre le forze irachene e curde continuano a combattere contro i jihadisti dell'Isis (Stato Islamico) che, con la loro offensiva avviata a giugno, hanno conquistato una vasta area del nord del Paese. sarebbe stao identificfato, in più, il britannico sospettato di essere materialmente responsabile dela decapitazione del reporter James Foley: secondo i media inglesi, il governo di Londra avrebbe anche inviato nell'area uomini delle forze speciali per operazioni contro i terroristi. Contuinua, intanto, l'emergenza umanitaria. Il servizio di Fausta Speranza

Primo allarme, per la città di Amerli nel nord est: per le condizioni preoccupanti in cui vivono gli abitanti, in maggioranza di etnia turkmena e di confessione islamica sciita minacciati da  jihadisti sunniti.   L'inviato dell'Onu a Baghdad, Mladenov, si dice "molto allarmato" per la seria minaccia di possibili massacri. Ci sono poi le emergenze vissute dalla moltitudine di iracheni coinvolti nell'esodo di massa da Mosul e dalle aree cadute sotto il controllo dei miliziani jihadisti dello Stato Islamico. Le Chiese presenti in Iraq si coordinano.  L'agenzia Fides riferisce di una riunione operativa presso la sede del Patriarcato caldeo proprio in queste ore dei capi di tre Chiese orientali: il Patriarca caldeo Louis Raphael I, il Patriarca siro cattolico Ignatius Joseph III e il Patriarca siro ortodosso Ignatius Aphrem II. Saad Sirop Hanna, Vescovo ausiliare di Babilonia del Caldei spiega che il numero dei profughi e' altissimo e che finora non si vede la possibilita' di un ritorno nelle loro case". "Molte famiglie cristiane fuggite da Mosul e dalla Piana di Ninive - riferisce il vescovo – negli ultimi giorni sono arrivate fino a Baghdad.  

 

Il drammatico esodo dei profughi iracheni sta mettendo in difficoltà l’attività ordinaria dell’unità di cardiochirurgia pediatrica all’interno del Centro Chirurgico di Duhok, nel Kurdistan iracheno: la struttura, infatti, è stata messa a disposizione - d’accordo con le autorità curde - per gestire l’emergenza. Sul blocco dei ricoveri e degli interventi ospedalieri, Paolo Giacosa ha intervistato il prof. Alessandro Frigiola, primario di cardiochirurgia pediatrica dell’IRCCS Policlinico San Donato e fondatore – insieme alla prof.ssa Silvia Cirri – di “Bambini Cardiopatici nel Mondo”, la Onlus che collabora anche con il Centro di Duhok:

R. – Sicuramente l’attività ordinaria è bloccata e questo può comportare dei rischi per i numerosi bambini affetti da una cardiopatia congenita. La situazione di emergenza, però, in cui volge il Paese, in quell’area del Medio Oriente, in questo momento, richiede la priorità. Perciò, d’accordo con le autorità curde, abbiamo acconsentito che il centro temporaneamente venga chiuso per quanto riguarda l’attività di cardiochirurgia, mettendolo a disposizione completa per tutti i profughi, in particolare i bambini che arrivano da tutti i Paesi limitrofi.

D. – Il dramma umanitario è quindi doppio: da una parte le famiglie costrette a fuggire dalle loro abitazioni e, dall’altra, la difficoltà di proseguire interventi chirurgici pediatrici di eccellenza...

R. – Purtroppo ci troviamo di fronte a due drammi umanitari. E’ importante sapere che il Kurdistan ha un’incidenza di cardiopatie congenite cinque volte superiore a quelle di tutti gli altri Paesi. E nel nostro programma dell’associazione “Bambini Cardiopatici nel mondo” – in collaborazione con il Ministero della Salute del Kurdistan – ci sono 5 mila bambini in lista di attesa, che devono essere operati per una cardiopatia congenita. Ma, dall’altra parte, abbiamo un dramma umanitario di proporzioni ancora più vaste. In questo momento, quindi, la scelta è di affrontare l’emergenza.

D. – Da quanto tempo siete sul territorio iracheno?

R. – Sono più di sette anni. Abbiamo effettuato più di venti missioni e trattato più di 250 bambini cardiopatici, in associazione con la “Heevie Nazdar for Children”, che è l’associazione che in questo momento si occupa di aiutare i profughi. Ma il grande progetto è soprattutto quello di rendere autonomo il centro di cardiochirurgia di Duhok, per quanto riguarda l’attività pediatrica. A questo proposito abbiamo formato medici e infermieri. Il governo curdo in questo momento ha congelato tutti i finanziamenti relativi allo sviluppo del Centro, dedicandoli ovviamente alla priorità, che è l’emergenza umanitaria provocata dalla guerra. Ma noi dobbiamo continuare a lavorare per formare questi medici. Così l’associazione "Bambini Cardiopatici nel mondo" e la "European Heart for Children" offrono borse di studio per permettere a questi medici di venire in Italia per la formazione e a settembre arriveranno quelli che continuano il programma. Stiamo preparando il chirurgo, che ha fatto cinque anni di studio in Italia, e in questo momento è a Boston, presso l’Harvard Children’s Hospital, dove sta completando il suo ciclo di formazione. L’anno prossimo tornerà e sarà il direttore del Centro. Questo, quindi, sarà autonomo al cento per cento e potrà effettuare tutti gli interventi.

D. – Quali sono i progetti futuri della vostra associazione?

R. – Il Kurdistan e l’Iraq del Nord sono uno dei progetti, che porteremo a termine sicuramente. Nel frattempo, stiamo lavorando per la realizzazione di altri grandi progetti, come in Camerun, in Etiopia, in Senegal, in Romania e in Siria, a Damasco. E’ un progetto che permetterà la realizzazione di 15 centri di cardiochirurgia, di cui ben sette in Africa, per operare bambini che hanno un problema al cuore. Se cerchiamo di raggiungere la pace, se cerchiamo di raggiungere una collaborazione tra i popoli, dobbiamo farlo andando da loro e aiutandoli a progredire anche nel campo della medicina.








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