2014-08-24 14:51:00

Meeting Rimini. Guarnieri: cristiani realisti, non sbiaditi


Il cristiano non perda mai il contatto con la realtà. E’ uno dei passaggi chiave del Messaggio che Papa Francesco ha indirizzato ai partecipanti al Meeting di Rimini, al via oggi sul tema “Verso le periferie del mondo e dell’esistenza”. Al microfono di Luca Collodi, la presidente della Fondazione Meeting per l'Amicizia tra i Popoli, Emilia Guarnieri, si sofferma sull’esortazione del Papa:

R. - Mai come oggi è evidente che l’esperienza cristiana o torna ad essere qualcosa che ha che fare con la vita e che si documenta come una capacità di potere accogliere le sfide della vita che sono quelle personali, quelle della crisi economica, quelle esistenziali, le crisi delle tragedie degli scenari internazionali che vediamo, e la fede c’entra con tutto questo - e il cristiano ha questa capacità di lasciarsi provocare dalla realtà affinché la certezza della fede si incrementi -, o altrimenti diventeremo dei cristiani molto sbiaditi.

D. - Bisogna guardare all’essenziale. Altro messaggio del Papa …

R. - Questo lo abbiamo sentito fin dal primo giorno con una suggestione, con una potenza grandissima. Qui al Meeting, in mezzo a tante persone di fedi e culture diverse, questo richiamo all’essenziale è ancora più potente ed è ancora più affascinante, perché senza una domanda umana carica di intensità e di esigenza di infinito  - e questo è qualcosa che accomuna tutti gli uomini che sono qui - anche Cristo diventa una risposta non richiesta e quindi, ultimante, una risposta non utile.

D. - Per un cristiano, oggi, è difficile vivere realisticamente?

R. - Credo che il cristiano, proprio dall’esperienza della fede cristiana che vive, tragga una risorsa in più per essere realista, perché Cristo è il massimo del realismo; Gesù ci ha insegnato a stare di fronte a tutto perché anche lui è stato di fronte a tutto. Credo che l’esperienza cristiana sia proprio un grosso aiuto. Don Giussani diceva sempre che Cristo non risolve i problemi della vita, però ti mette nella posizione tale da poterli affrontare meglio.

D. - Essere realisti, essere essenziali. Questo atteggiamento richiama un po’ il tema del meeting di quest’anno: si può essere tali solo nelle periferie del mondo o anche al centro del mondo?

R. - Penso che questa settimana di Meeting ci accompagnerà a renderci conto che periferia è ovunque c’è una domanda, ovunque c’è un bisogno. Pensare di esser al centro è - forse - una grande presunzione, perché la domanda personale, la sofferenza, il disagio, il bisogno, i drammi sono tutti periferie.








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