2014-08-25 13:38:00

Mozambico: governo e opposizione firmano cessate il fuoco


È entrato in vigore nella tarda serata di ieri il cessate il fuoco in Mozambico tra il partito di governo Frelimo e l’opposizione della Renamo, dopo che sono stati perfezionati gli accordi raggiunti nelle scorse settimane tra i due movimenti. Si apre dunque la via ad uno svolgimento pacifico delle elezioni generali che sui terranno il 15 ottobre prossimo. Per un commento, Davide Maggiore ha raggiunto telefonicamente nella capitale Maputo padre Luis de Albuquerque, missionario comboniano:

R. – Molta gente voleva questo accordo, perché la vita della popolazione era sempre più difficile: i trasporti, l’economia, un po’ tutto. C’è un fiume che divide il Nord dal Sud, e in quel punto, per 100 km, si svolgevano gli attacchi della Renamo, dicevano. Alcuni lo erano, ma altri non si sa. La gente, quindi, voleva la pace. Nessuno voleva la guerra. Adesso deve venire il capo della Renamo, il partito dell’opposizione, a firmare con il presidente della Repubblica. Non si sa se questo sarà possibile, perché c’è una grande diffidenza per la polizia, per le forze armate, perché fanno parte del partito che sta al potere.

D. – In questo accordo, appunto, che è stato appena firmato, è anche previsto che gli uomini della Renamo dovrebbero entrare a far parte dell’esercito e della polizia...

R. – Il partito Frelimo ha fatto tutto il possibile per arrivare a questo accordo; ha ceduto su molte cose e un po’ alla volta sono riusciti ad intendersi, almeno oralmente, ma non so in pratica come andrà.

D. – A questo punto, con questo accordo, ci dovrebbe essere la possibilità anche di svolgere in maniera pacifica le elezioni del 15 ottobre. Voi sperate che si possa veramente arrivare ad un voto pacifico?

R. – Noi speriamo, perché tutta la gente vuole le elezioni in pace. Pensiamo che sarà possibile. I mozambicani sono abbastanza pacifici e aiutano anche in questo.

D. – La popolazione, quindi, in questo momento è unita, ma qual è la causa di questa divisione militare che dura, nonostante la guerra civile in Mozambico sia finita da più di 20 anni?

R. – L’opposizione ha sempre rivendicato che gli accordi non siano stati messi in pratica, riguardo al fatto che i miliziani dovessero entrare nell’esercito e alla divisione dell’economia, delle entrate.

D. – Cosa vorrebbe la popolazione dopo queste elezioni che ci saranno tra un mese e mezzo? Quali saranno i temi principali su cui la popolazione deciderà come votare?

R. – Una parte della popolazione si sente stanca, soprattutto per la corruzione. E questo è un punto. La gente, poi, chiede sempre che vengano distribuite le ricchezze, che entrano grazie alle miniere ed altro. Il governo adesso dice di no, però è già entrato molto: milioni e milioni.

D. – Quindi, una popolazione che nonostante comincino ad esserci dei profitti importanti dalle risorse, resta ancora in maggioranza molto povera…

R. – Sì, sì. Noi vediamo soprattutto nell’educazione, nelle scuole, come i ragazzi e le ragazze arrivino alla 10.ma classe e non sappiano ancora scrivere né leggere, qui a Maputo, nella capitale. Fuori sarà anche peggio. Per quanto riguarda la sanità, non ci sono medicine; l’attenzione negli ospedali non è molto buona. Stanno facendo anche uno sforzo, ma la gente si lamenta molto.








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