2014-08-25 14:16:00

Card. Vallini: pellegrini a Lourdes per pregare per la pace


Sono oltre 1000 le persone che, con l’Opera Romana Pellegrinaggi, partecipano da questo lunedì al pellegrinaggio diocesano e nazionale a Lourdes, presieduto dal Cardinale Vicario, Agostino Vallini. Un pellegrinaggio che quest’anno non può che avere un unico scopo: pregare per la pace in particolare in Medioriente, tenendo conto anche del tema pastorale scelto per il 2014 dal Santuario: “La gioia della conversione”.  L’Opera Romana Pellegrinaggi non è nuova all’attenzione solidale e concreta alle zone “calde” del mondo dove si soffre a causa dei conflitti. Ma sentiamo lo stesso card. Vallini intervistato da Adriana Masotti:

R. – Ogni anno questo pellegrinaggio diocesano a Lourdes, vissuto in comunione con il Santo Padre, è un’esperienza spirituale forte, offerta ai pellegrini - devo dire con buoni frutti - proprio perché è una sorta di esercizio spirituale in itinere, visitando i luoghi delle apparizioni della Madonna a Bernadette e insieme anche ripercorrendo le tappe della Via Crucis. Quest’anno avremo una motivazione ancora più forte, che però è un po’ nella tradizione dell’Opera Romana Pellegrinaggi, perché il tema della pace è un tema che è sempre stato molto presente nella nostra organizzazione; è un tema spirituale, prima che di ordine culturale, sociale e politico, perché la pace si radica nei cuori riconciliati con Dio e con i fratelli, e l’Opera Romana Pellegrinaggi, fin dal 1991, ha voluto compiere dei gesti profetici, sempre orientati alla pace. Così fece nel ’91, a Gerusalemme, con il cero della pace; nel ’92 a Beirut, al Santuario di Harissa; nel ’95 a Sarajevo, quando fu portata la lampada della pace, dopo quella terribile guerra; e nel dicembre scorso, ci siamo avventurati proprio in Iraq, in un pellegrinaggio ad Ur, la terra di Abramo.

D. – Ci sarà un gesto particolare quest'anno, appunto, per sottolineare questo desiderio, questa richiesta di pace?

R. – Sì, lo faremo, soprattutto recitando il Rosario la sera - che poi viene trasmesso in Italia tutti i giorni da TV 2000 - proprio per allargare il popolo della preghiera per la pace.

D. – Sì, il Papa sottolinea più volte la forza della preghiera. C’è da dire, però, che ci vuole una fede più grande in questo momento per rimanere fiduciosi...

R. – Sono sicuro, sono certo, con lei, che dobbiamo far crescere la coscienza profetica della forza di Dio. Il mondo di oggi è un mondo distratto, è un mondo globalizzato, è un mondo anche disorientato. Io ho partecipato, nei giorni scorsi, ad incontri con dei giovani, che si interrogano su “che mondo ci lasciate?”, “quale società si apre davanti a noi?”. Allora andiamo alle radici: le radici sono i cuori divisi, che anelano comunque a qualcosa di nuovo e il nuovo è quello cui il Santo Padre sempre ci richiama: il nuovo della pace, la ricerca della presenza di Dio nel cuore di ognuno, perché poi nascano da questi cuori riconciliati rapporti, relazioni di pace, di giustizia, di solidarietà. Il nostro pellegrinaggio, quindi, vuole essere proprio un’esperienza forte, spirituale, di fede e di intercessione insieme, perché dove non arrivano gli uomini, le relazioni, i rapporti diplomatici, arrivi il Signore, toccando i cuori.

D. – Preghiera, quindi, ma anche comportamenti coerenti, conversione, che appare urgente sia per il mondo cristiano che per quello islamico, parlando appunto di questo momento difficile...

R. – Certamente, da parte di tutti. Nessuno può invocare il nome di Dio e generare violenza. Il Dio è sempre il Dio della pace, della riconciliazione, pur nella diversità delle esperienze religiose. Nessuna fede può legittimare la guerra, la violenza e il sangue. Questo lo dobbiamo dire, ma vorrei aggiungere che questo dobbiamo pregare, perché entri misteriosamente in tanti di quei cuori che oggi pensano di rivoltare il mondo attraverso la violenza e la guerra.








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