2014-08-26 08:58:00

Perù: nota dei vescovi in vista delle prossime elezioni


Lottare contro la corruzione, conoscere i bisogni delle persone, sapere chi è il candidato, valutare il suo piano di governo, fare attenzione alle promesse in campagna elettorale: sono i cinque criteri «per un voto cosciente e responsabile» proposti dai vescovi peruviani nel comunicato intitolato «Servidores del bien común», riflessione pastorale sulle elezioni regionali e municipali in programma il 5 ottobre. Alle consultazioni parteciperanno, per la prima volta, due milioni di giovani.

20 milioni di peruviani eleggeranno, tra più di centomila candidati, circa tredicimila amministratori in tutto il Paese per governare nei prossimi quattro anni distretti, province e regioni. «Questa elezione — scrive l’episcopato — è cruciale e decisiva per il consolidamento delle istituzioni in modo da permettere una democrazia matura e durevole. Tuttavia, vediamo nelle nostre comunità sfiducia e insoddisfazione nei confronti di alcuni politici e della politica in generale».

I presuli si dicono preoccupati per lo scenario elettorale in un contesto sociale con gravi segnali di corruzione, espresso anche dall’alto numero di candidati i cui comportamenti morali hanno dato luogo nel passato a denunce e a condanne penali. «Genera poi ancora maggiore preoccupazione il tentativo di settori connessi al traffico di droga, all’estrazione mineraria illegale, al contrabbando, al traffico di esseri umani e ad altre attività illecite, di collocare persone strettamente legate a essi fra le autorità locali, provinciali e regionali. È inaccettabile — si afferma — essere arrivati all’estremo dell’eliminazione fisica degli avversari politici».

I vescovi peruviani ricordano che solo la politica con senso etico è degna di credito. E citano l’Evangelii gaudium di Francesco, quando chiama i cristiani a prendere sul serio questo servizio: «La politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune» (205). Gesù, spiegano, «ci insegna che il servizio agli altri, specialmente ai più deboli e bisognosi, è un dono, al contrario del dominio e dello sfruttamento degli altri per i propri scopi nell’esercizio del potere di governare per la comunità». Per questo il Papa prega il Signore affinché «ci regali più politici che abbiano davvero a cuore la società, il popolo, la vita dei poveri» (ibidem). E per questo i vescovi vedono nella lotta alla corruzione il primo criterio: «Attraverso il voto dobbiamo esprimere che tipo di rappresentanti vogliamo e punire, negando il nostro voto, chi ha deluso le nostre aspettative, perché non ha fatto quanto promesso, perché si è dimostrato corrotto o perché ha fatto solo i suoi interessi». (A.T.)








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