2014-08-29 13:01:00

Cinema. A Venezia "Fango e gloria", le vere immagini della Grande Guerra


Fondato nel 1924, l’Istituto Luce possiede uno degli archivi di immagini più importanti del mondo. Per festeggiare i novant’anni della sua fondazione, è presente alla Mostra del Cinema di Venezia con alcuni documentari e film di grande interesse per la storia e la cultura dell’Italia del Novecento. Il servizio di Luca Pellegrini:

L’Istituto Luce ha un Archivio di immagini tra i più preziosi e affascinanti del mondo che racchiude gran parte della storia d’Italia del secolo scorso. Sarebbe però un corpo senza vita e inutile alla cultura, non solo cinematografica, di un paese, se i filmati di repertorio non venissero restaurati, studiati e utilizzati per una divulgazione tanto necessaria quanto utile. Alla Mostra del Cinema di Venezia accade che alcuni tra i documentari e film di maggiore interesse nascano proprio dalla possibilità di attingere a questo patrimonio incommensurabile, dando nuova vita alle rarissime immagini. Con “9X10 Novanta”, ad esempio, nove tra i più apprezzati nuovi autori del cinema italiano sono stati invitati a realizzare un piccolo film, creando un album di narrazioni diverse, con una Italia raccontata nel suo presente attraverso immagini del suo passato. Un passato abbastanza recente, invece, è quello affrontato da Tatti Sanguineti in “Giulio Andreotti – Il cinema visto da vicino”, ritratto inedito del politico italiano e del suo rapporto col cinema da quando, a soli 28 anni, divenne Sottosegretario con delega allo spettacolo. E gran peso ebbe, oltre che nell’uso dello strumento della censura, comunque da storicizzare, nella creazione, negli anni ’50, delle cinquemila sale parrocchiali. Infine, è stato presentato “Fango e gloria” di Leonardo Tiberi, nelle sale a metà ottobre: immagini rarissime e sconvolgenti della Prima Guerra Mondiale, restaurate e colorizzate, si inseriscono in una trama di finzione, per raccontare una strage che fu immane, oltre che inutile. Abbiamo chiesto al regista quali sono state le ragioni artistiche e storiche che sono alla base della produzione di questo film così originale:

R. – Ho pensato di fare questo film, innanzitutto, perché c’è un anniversario che conosciamo, sono i cento anni, perché è stato un fatto epocale nella storia degli italiani, una strage immane – non solo per gli italiani ma per tutti gli europei – e perché la chiave di lettura che ho voluto dare a questo film mi è sembrata particolarmente adatta per essere portata ad un pubblico di giovani che probabilmente, meno di tutti, conosce questi eventi. Il messaggio che traspare da questa operazioni non può essere che di pace, su come si devono trovare sempre delle strade alternative a quelle della guerra per risolvere i contenziosi internazionali – un fatto abbastanza attuale purtroppo anche oggi – e come tutto ciò sia avvenuto nonostante la non volontà di guerra della maggior parte della gente.

D. – L’uso di queste immagini di repertorio ci fa scoprire situazioni assolutamente inedite della Prima Guerra Mondiale...

R. – Certo, perché così come non ho voluto fare un film didascalico e cronologico, ho cercato di fare molto di più sull’emozione: Presentare queste immagini scelte accuratamente, funzionali al tema che stavamo svolgendo, mi è sembrato il modo migliore per provocare questi sentimenti e reazioni da parte del pubblico.








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