2014-08-29 12:49:00

Solidarietà del card. Vegliò a vescovo di Tabasco: sostenere migranti


Il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, ha inviato una lettera di incoraggiamento a mons. Gerardo De Jesús Rojas López, vescovo di Tabasco, in Messico. Il 27 agosto scorso, gli agenti del Servizio della Dogana e dell’Istituto nazionale della Migrazione del Messico avevano impedito al presule di celebrare una Messa dedicata ai migranti alla frontiera con il Guatemala. La celebrazione commemorativa ha avuto luogo poi in territorio guatemalteco, nel vicino Vicariato apostolico di El Petén.

“L’iniziativa – scrive il porporato - aveva carattere profondamente pastorale e, per questo, desidero esprimerle la vicinanza spirituale di questo Consiglio, che si fa voce della Santa Sede per estendere a tutte le aree del mondo toccate dai flussi migratori l’appello del Santo Padre Francesco a non rassegnarsi alla ‘globalizzazione dell’indifferenza’”.

Il cardinale Vegliò sottolinea che l’intenzione del presule era quella di “ricordare nella celebrazione dell’Eucaristia il massacro di 72 migranti centro e sudamericani, perpetrato nell’agosto 2010 a San Fernando dal cartello della droga degli Zetas. Insieme a quell’eccidio, però – osserva - non possiamo dimenticare che dal 2009 al 2011 più di 20.000 migranti sono stati sequestrati nell’area delle vostre diocesi di frontiera, senza contare tutti quelli che sono caduti nella rete dei trafficanti e le migliaia di uomini, donne e bambini che hanno perso la vita. Non possiamo nemmeno ignorare che si vanno sempre più intensificando le operazioni per impedire che i migranti salgano sul treno merci conosciuto come ‘La Bestia’, obbligandoli di fatto a scegliere percorsi alternativi e più a rischio per raggiungere gli Stati Uniti d’America”.

“Come non pensare” – prosegue il porporato – “anche a tutti quelli che, in varie parti del mondo, sono costretti, dalla miseria o dalla persecuzione, a varcare i confini della propria patria alla ricerca di una vita umanamente dignitosa? Come non ricordare gli oltre 20.000 migranti che sono morti cercando di attraversare il Mar Mediterraneo per raggiungere l’Unione Europea? E tutti quelli che fuggono da Paesi africani e asiatici, dove imperversano guerre e persecuzioni, per bussare alle porte dell’Australia? E proprio in queste settimane, come chiudere gli occhi su fatti di violenza e di tragedia, che colpiscono le minoranze nelle regioni del Medio Oriente, dove cristiani in fuga vengono crocifissi o decapitati e le loro teste sono innalzate come trofei?”.

“L’elenco delle caratteristiche che oggi accompagnano le migrazioni – rileva il cardinale Vegliò - è impressionante: abusi d’autorità e di ogni altro genere, violazione delle persone e dei loro diritti fondamentali, sfruttamento, estorsione, fame, rapina, furto, mutilazione, dolore, morte. Gli esodi che oggi sconvolgono diverse aree del mondo sono aperta denuncia del declino delle istituzioni e, peggio, della perdita del senso autentico di umanità, dove l’iniqua distribuzione delle risorse e l’egoistico accaparramento dei beni sono diventati obiettivi prioritari rispetto alla risposta alle emergenze umanitarie”.

“In questo scenario – aggiunge - il compito della Chiesa è sempre più impegnativo, ma non si ferma e non si spaventa. Anche noi ci uniamo alla voce del Santo Padre nel lanciare un accorato appello alle istituzioni nazionali, a quelle internazionali e a tutti i credenti affinché si intensifichino iniziative di preghiera per trovare le vie giuste che conducono alla pacifica convivenza dei popoli; invitiamo al dialogo e al negoziato per fermare violenti e aggressori; sollecitiamo l’apertura di canali umanitari per facilitare il soccorso ai rifugiati e, in definitiva, raccomandiamo l’adozione di opportune normative, locali e sovranazionali, che regolino i flussi migratori nel rispetto e nella promozione della dignità umana dei singoli e dei membri delle loro famiglie”.

Il porporato conclude la lettera manifestando “pieno incoraggiamento” all’impegno del vescovo di Tabasco, dei suoi collaboratori e di tutte le persone di buona volontà “che non se la sentono di rimanere cieche e mute di fronte alle tragedie che, purtroppo, colpiscono il nostro tempo”.








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