2014-08-31 08:59:00

Ebola: impegno dei Salesiani in Nigeria, Liberia e Sierra Leone


L' ebola continua a fare vittime in molti Paesi dell’Africa. “Le statistiche dimostrano che la situazione si sta deteriorando rapidamente in Liberia (dei 1.386 casi segnalati 754 sono morti) e in Sierra Leone (1050 casi e 392 morti). In Nigeria, l’epidemia sembra essere sotto controllo (16 casi, 12 confermati e 5 morti). Il Ghana è l’unico Paese nella nostra provincia, che è stato dichiarato per il momento ‘libero dall’Ebola’. La Oms ha riferito che potrebbero giungere a 20.000 le persone colpite dal virus. Una situazione preoccupante è che 240 operatori sanitari che combattono l’epidemia hanno contratto la malattia e più di 120 sono morti”. Lo afferma padre Jorge Crisafuli, ispettore dell’Africa occidentale per i Salesiani, all’agenzia info salesiana ripresa dal Sir.

“Noi crediamo che i numeri sono sottostimati e poco realistici - evidenzia il salesiano -: il numero delle persone infette e dei decessi è decisamente superiore. Molte persone non denunciano i casi e così possono seppellire i corpi; ciò è estremamente pericoloso. Le famiglie non denunciano nuovi casi per paura della discriminazione associata al virus. Molti muoiono nel paese a causa della mancanza di cure, spesso a causa di altre malattie non correlate all’ebola”. L’epidemia “non è solo una sfida sanitaria; sta causando profonde e gravi conseguenze sociali, economiche e politiche”. 

“Molti mercati e negozi hanno chiuso - prosegue padre Crisafuli -. Tutti i prezzi sono aumentati, in particolare quelli relativi al cibo e ai disinfettanti che sono insufficienti. I confini sono chiusi e le Compagnie aeree hanno sospeso i voli da e verso i Paesi colpiti. Le grandi aziende hanno cessato l’attività e ritirano il personale per motivi di sicurezza. Anche alcuni politici, tra cui alcuni ministri, sono fuggiti dal loro Paese per paura. La criminalità è in aumento e il coprifuoco è stato imposto per mantenere l’ordine e la sicurezza”. Anche “diversi ospedali e cliniche sono chiusi. Medici e infermieri sono riluttanti a presentarsi al lavoro per paura del contagio. Il senso di isolamento è in aumento”.

Ma “i Salesiani non hanno lasciato le opere, e rimangono vicini alla popolazione. Si è coordinato il lavoro attraverso gruppi che a livello ispettoriale e nazionale collegano i soccorsi. Gli interventi si concentrano principalmente nei settori dell’istruzione, della prevenzione e di altre azioni specifiche”. 

In Nigeria, prosegue padre Crisafuli, “i Salesiani sono focalizzati nell’informazione, e soprattutto nel sensibilizzare ed educare le persone della regione per prevenire la diffusione della malattia”. In Liberia, “la situazione sta peggiorando. Le restrizioni agli incontri e alla circolazione delle persone stanno ostacolando le operazioni di soccorso. Tuttavia, le persone hanno grande bisogno di cibo e dei materiale sanitario.

I Salesiani stanno organizzando un programma per sfamare più di 500 famiglie, fornendo scorte mediche necessarie (cloro, disinfettanti, dispositivi di protezione…)”. Anche in Sierra Leone “la situazione sta peggiorando. Il Governo ha chiesto ai Salesiani di farsi carico di un numero crescente di orfani. Sono avanzati i preparativi per implementare un centro di assistenza per ricevere 120 bambini colpiti dalla epidemia dell’ebola. (R.P.)








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