2014-09-02 16:18:00

Ebola, Padre Turay (Sierra Leone): "Qui la gente ancora crede che il virus non esiste"


"La situazione qui sta peggiorando. Non eravamo preparati. Come Chiesa locale, abbiamo fatto e continuiamo a fare una task force di sensibilizzazione nei villaggi per convincere la gente che ebola non è una invenzione, ma esiste. Alcuni ancora non se ne vogliono render conto". Abbiamo raggiunto telefonicamente in Sierra Leone, il padre Joseph Turay, vice rettore dell'università cattolica di Makeni, che sul virus killer, che ha causato finora oltre 1500 morti, soprattutto in Guinea e Liberia, precisa: "Qui è stato detto che non c’è una cura al virus e allora la gente non va negli ospedali. Noi invece, attraverso la nostra radio diocesana, cerchiamo di informare, insieme al supporto dei catechisti. Poi insegniamo a disinfettare, a usare più attenzione nella igiene. Diamo cibo per sostenere le persone in quarantena. Parliamo di ebola ogni domenica in parrocchia".

"Qui manca il personale, mancano gli esperti, non abbiamo strutture adeguate", riprende il religioso. "Siamo messi male. Ci sono quelli di Medici senza Frontiere ma sono pochi e bisogna tener conto che abbiamo solo tre laboratori per fare il test in tutto il paese. Noi continuiamo la nostra missione - aggiunge - restiamo qua e preghiamo con loro". 

Chi è più a rischio? "Ebola colpisce soprattutto i più poveri", sottolinea P. Turay. "Si vive in venti in una stessa casa, c’è promiscuità e questo predispone al contagio. Ebola è proprio una sfida alla nostra cultura". Che appello si sente di fare? "Il mio appello è alle istituzioni in Italia e in Europa, alle Università, a diventare nostri partner per agire insieme. Come rettore di una università cattolica voglio pianificare una cooperazione per fondare una facoltà di medicina sociale che ci può aiutare ad essere più pronti anche di fronte ad altre emergenze nel futuro". 

Intanto a Pomezia (RM) da quattro anni, con un accelerazione negli ultimi due anni, si sta lavorando al vaccino contro l'ebola. "Adesso stanno cominciando i test sugli esseri umani - dichiara il dottor Pietro Di Lorenzo, Presidente dell'IRBM (Integrated Research Biotech Model) - applicando una nuova metodologia basata sull'integrazione tra terapia genica e immunoterapia. Nel 2015 dovremmo avere il responso definitivo sulla sperimentazione sull’uomo".








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