2014-09-05 19:26:00

Il Papa ai giovani dei 5 continenti: abbiate ali e radici


Il valore della comunicazione che costruisce ponti e sa ascoltare in un mondo ormai in guerra: così il Papa nell’udienza ai partecipanti al terzo Incontro mondiale dei direttori di Scholas occurrentes. Con l’invito a non lasciare soli i bambini. Scholas occurrentes è una «Rete mondiale delle scuole per l’incontro»  - nata su impulso di Papa Francesco - che riunisce realtà educative di culture e religioni diverse. Il Pontefice ha dialogato in videoconferenza via internet con studenti di Paesi nei 5 continenti: Salvador, Sudafrica, Turchia europea (Istanbul), Israele, Australia, Camerun. Intense le risposte del Papa in un clima gioioso e familiare. Il servizio di Fausta Speranza:

Francesco saluta i giovani con questo mandato: “Sognate il futuro volando, ma non dimenticate l’eredità culturale, sapienziale e religiosa che vi hanno lasciato gli anziani”. “Non ci sono dubbi – dice il Papa - che il mondo sia in guerra! Bisogna educare i più piccoli alla cultura dell’incontro, dell’integrazione, dei ponti".  E qui lancia un accorato appello: “Non possiamo lasciare soli i bambini”. Si parla di bambini di strada – dice - come se un bambino potesse stare solo!”. E poi, quando il bambino non è solo, corre il rischio di esserlo perché è rotto il patto educativo: e fa l’esempio di quei genitori che invece di appoggiare la maestra, per un giusto rimprovero, vanno a denunciarla. Il Papa ricorda il culto del denaro, della violenza e dello scarto e parla di “eutanasia nascosta”: di “scarto” di giovani che non si educano e di anziani emarginati; di giovani lasciati senza lavoro. “Nei Paesi sviluppati – ricorda - sono 75 milioni”.  

Il Papa sottolinea l’importanza di “rafforzare i legami: i legami sociali, familiari e personali”. E chiede “un habitat che sia realmente umano, in cui siano soddisfatte le condizioni per uno sviluppo personale armonico e per la loro integrazione nel più grande habitat che è la società”. “Un autentico luogo di incontro, nel quale il vero, il buono e il bello abbiano la loro giusta armonia”. “Se i ragazzi non hanno questo - afferma Francesco - solamente gli rimane il cammino della delinquenza e delle dipendenze”.  

Nelle risposte ai ragazzi, Francesco incoraggia a “comunicare le esperienze, perché altri si ispirino, e ad ascoltare dagli altri quello che dicono”. “Con questa comunicazione – sottolinea - nessuno comanda, ma tutto funziona!”. Invoca “la spontaneità della vita e ricorda che “comunicare è dare; comunicare è generosità; comunicare è rispetto; comunicare è evitare tutti i tipi di discriminazione”. “Nella vita – dice - voi potete costruire ponti o alzare muri. I muri separano, dividono; i ponti avvicinano”. Dai ragazzi, saluti affettuosi, l’invito dalla Terra Santa a tornare, il saluto spontaneo dalla Turchia: “Hi Pope, I’m joining from Istanbul”. E il ragazzo, che viene dalla città turca che rientra nei confini genografici del continente europeo, dice al Papa: “Noi studenti non vogliamo un mondo pieno di crimini e di povertà, vogliamo dimenticare razzismo e discriminazione”. Francesco risponde felice di sentire il rifiuto della guerra: “Questo dovete gridarlo dal cuore, da dentro: “Vogliamo la pace!”. Da dentro…”.

Poi la simpatica risposta alla domanda su come sarà il mondo domani: Papa Francesco dice spontaneamente: “Io non ho la palla di vetro che hanno le streghe per vedere il futuro”. Ma poi aggiunge una riflessione profonda e un impegnativo incoraggiamento: “Il futuro sta nel tuo cuore, sta nella tua mente e sta nelle tue mani!”…. Afferma: il futuro migliore lo fanno i giovani con due qualità: “giovani con le ali e giovani con radici”. E spiega: “Giovani che abbiano ali per volare, per sognare, per creare; e che abbiano radici per ricevere dagli anziani la conoscenza che ci possono dare solo i più grandi. E ribadisce: “Avere ali per sognare cose buone, per sognare un mondo migliore, per protestare contro le guerre. Dall’altra parte, rispettare la conoscenza ricevuta dagli anziani, dai genitori, dai nonni; dagli anziani del popolo”. E dunque il mandato di Papa Francesco: “Il futuro è nelle vostre mani. Afferratelo affinché sia migliore”.

Alla domanda su come sia nata la rete Scholas occurrente, il Papa che l’ha ispirata dà tutto il merito a due dei professori presenti, José Maria del Corra ed Henrique Palmero, spiegando che era una piccola rete su Buenos Aires e poi si è allargata ai 5 continenti. La convinzione alla base è che “la gioventù ha bisogno di comunicare, ha bisogno di mostrare i suoi valori e condividere i suoi valori”. E afferma: “La gioventù oggi ha bisogno di tre pilastri chiave: educazione, sport e cultura”. “Lo sport è importante – spiega - perché insegna a giocare in squadra: lo sport salva dall’egoismo, aiuta a non essere egoisti! Per questo è importante lavorare in squadra”.  

E poi una raccomandazione particolare nella risposta al giovane del Salvador: “State ben attenti!... Difendetevi da coloro che vogliono ‘atomizzarvi’ e togliervi la forza del gruppo” . “Quando ci sono gruppi che cercano la distruzione, che cercano la guerra e che non sanno fare un lavoro di squadra - precisa - difendetevi fra di voi come squadra, come gruppo”.

Resta da dire che per l’occasione, è stata utilizzata l'Aula del Sinodo attrezzata dell’opportuna tecnologia. Diversi i momenti di attesa all’inizio per i collegamenti. Il Papa ha accompagnato con un sorriso ogni richiesta di un minuto di pazienza perché la piattaforma digitale potesse funzionare e ha ringraziato sottolineando anche la “creatività del protocollo”.








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