2014-09-05 13:57:00

Nigeria: Boko Haram avanza verso Maiduguri, civili in fuga


Centinaia di persone stanno lasciando Maiduguri, capitale dello Stato di Borno, nel nord est della Nigeria, per sfuggire all'invasione delle milizie fondamentaliste islamiche di Boko Haram, che nei giorni scorsi hanno già conquistato la città di Bama, a una settantina di km. Ad agosto il leader di Boko Haram, Abubakar Shekau, aveva dichiarato la parte nord orientale del Paese "territorio musulmano" e aveva preso il controllo della città di Gwoza, al confine con il Camerun. Secondo l’Onu, sono 645 mila gli sfollati interni a causa delle violenze, mentre decine di migliaia di nigeriani sono scappati proprio in Camerun e anche in Niger. Per gli attacchi dei miliziani islamici, che detengono pure oltre 200 ragazze catturate in aprile, preoccupazione è stata espressa dagli Stati Uniti: il sottosegretario di Stato incaricato dell'Africa, Linda Thomas-Greenfield, ha lanciato un appello alle autorità di Abuja sollecitando nuovi sforzi per far fronte all’avanzata di Boko Haram. Enrico Casale, africanista di Popoli, il mensile internazionale dei Gesuiti italiani, intervistato da Giada Aquilino:

R. – Boko Haram probabilmente sta puntando a emulare i miliziani dello Stato islamico (Is) in Iraq e in Siria, cioè alla creazione di un’area totalmente sotto il proprio controllo. Questo gruppo è nato nel 2002 e si oppone a qualsiasi influenza nella società nigeriana da parte della cultura occidentale, in nome di un Islam delle radici e di una lettura radicale della Sharia. Boko Haram ha stretti collegamenti con altri gruppi del fondamentalismo islamico: penso agli al Shabaab somali ma anche ad Aqmi, cioè al Qaeda nel Maghreb islamico.

D. – Si può dunque fare un parallelo proprio con la Somalia?

R. – Sì, con gli al Shabaab: l’impostazione è la medesima, cioè sempre questa lettura radicale della religione islamica. In Somalia, gli al Shabaab hanno conquistato ampie porzioni del territorio. Direi che attualmente ancora controlla gran parte della vecchia Somalia italiana, fatta eccezione per il Somaliland e il Puntland, che sono regioni autonome. Gli Shabaab potrebbero subire un arretramento nella loro avanzata a seguito dell’attentato compiuto da parte dei droni americani al loro leader, Godane, che in questi giorni è dato per morto. Non avendo nominato ‘eredi’, è possibile che il movimento entri in una spirale di conflitto interno e quindi si possano creare situazioni ancora più complesse di quelle attuali.

D. – In Nigeria, gli equilibri si stanno modificando: i Boko Haram si dirigono verso Maiduguri, che è la capitale dello Stato di Borno, e si segnalano centinaia di persone in fuga. Un attacco su Maiduguri che cosa significherebbe?

R. – Potrebbe significare il crollo dello Stato di Borno e quindi il suo controllo da parte di Boko Haram; Borno potrebbe diventare una regione autonoma, simile appunto a quella che ha creato l’Is in Iraq. Teniamo presente che Boko Haram ha minacciato anche il Nord del Camerun: quindi non si tratta di una minaccia solo per lo Stato nigeriano, ma anche per l’intera regione, della quale fa parte il Camerun, ma penso anche al Ciad e ai Paesi confinanti. Il timore è proprio quello di un allargamento e addirittura, nello scenario più negativo, un saldarsi con quelle milizie che operano nel Sahel. Ma tutto ciò per il momento non è ancora vicino.

D. – Gradualmente, in questi mesi, i Boko Haram sono passati dagli attacchi alle scuole ai rapimenti e alla conquista di caserme e palazzi del potere, alle bombe nei luoghi affollati, come le chiese e i mercati. Questa strategia a cosa punta?

R. – E’ proprio un cambio di strategia del fondamentalismo islamico. Mentre al Qaeda puntava non tanto al controllo di territori ma all’azione del terrore – pensiamo all’11 settembre ma anche ad altri attentati: a Londra, a Madrid e così via - questi movimenti, invece, stanno cambiando strategia: puntano al controllo diretto di territori sui quali poi applicare la loro lettura integralista dell’Islam, che vede le donne escluse dal potere o addirittura dall’educazione, le pene corporali per chi trasgredisce la legge islamica e così via.








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