2014-09-06 15:30:00

Al via a Perugia la Sagra Musicale Umbra sul tema della libertà


E' la “Libertà” il tema conduttore della 69.ma Sagra Musicale Umbra, che si apre questa sera a Perugia presso il Teatro Morlacchi, con l’opera di Mozart “Il Ratto dal serraglio” diretta da  René Jacobs. I tredici concerti previsti dall’evento si svolgeranno nel capoluogo umbro ed in alcuni fra i più suggestivi luoghi della regione, come Montefalco, Gubbio, San Gemini e in chiusura, il prossimo 13 settembre, la Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi. Ascoltiamo il direttore artistico della sagra  Alberto Batisti al microfono di Marina Tomarro:

R. - Il tema mi è stato suggerito dal fatto che l’edizione di quest’anno contiene anche la II edizione del Concorso di Composizione Sacra Francesco Siciliani, che la Fondazione Perugia Musica Classica ha istituito in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Cultura e in particolare con il suo presidente, il cardinale Gianfranco Ravasi. Il Concorso quest’anno invitava i compositori a scrivere il “Pater Noster”. L’ultimo verso del Pater Noster recita "Lìbera nos a malo-Liberaci dal male": da questa esigenza di liberazione dal male dell’umanità, io ho cercato di costruire tutto un percorso della Sagra, che comincia con il “Ratto dal Serraglio” di Mozart, che è - appunto - una storia molto giocosa, brillante di liberazione dalla schiavitù da un harem, dal serraglio. E’ una storia che si occupa di condizione femminile naturalmente, ma è una storia anche molto politica, perché in realtà l’opera venne progettata da Giuseppe II, l’imperatore, insieme a Mozart come un vero e proprio manifesto della sua politica ispirata alle grandi speranze e ragioni dell’Illuminismo europeo.

D. - Ma quali sono gli appuntamenti più importanti?

R. - Si parte per un vero e proprio viaggio nei temi della libertà religiosa - come per esempio la figura di Williams Byrd, un compositore inglese cattolico, che continuava a comporre musica cattolica nella persecuzione dei cattolici sotto Elisabetta I di Inghilterra; oppure il tema fortissimo dell’arte che cantava l’aspirazione alla libertà sotto il giogo nazista, per esempio i canti di prigioni di Luigi dalla Piccola a Montefalco, nella Chiesa museo di San Francesco, dal Coro del Maggio musicale fiorentino; insieme ad un pezzo molto forte, quasi violento, di Darius Milhaud, che si intitola “La mort d'un Tyran” (La morte di un tiranno). E poi una composizione che verrà eseguita, invece, a San Gemini dal Coro di Saint Jacob’s di Stoccolma, dove figura in programma una cantata di Poulenc, scritta durante gli anni della guerra, in una Francia occupata dai nazisti e che termina con la grande poesia di Paul Éluard “Libertè”.

D. - Il prossimo 13 settembre ci sarà, appunto, la premiazione della II edizione del Concorso internazionale di composizione sacra: sono ben 146 le partiture che vi sono arrivate da tutto il mondo sul tema del “Pater Noster”. In che modo avete scelto i finalisti?

R. - C’è una giuria di altissimo profilo, presieduta da Ennio Morricone. Questa giuria ha lavorato, attraverso un lungo lavoro di scrematura, per arrivare - con una certa fatica devo dire, perché la qualità era molto molta - a queste tre composizioni, che si sono poi rivelate tre composizioni italiane di tre giovani che - credo - riserveranno delle belle sorprese.

D. - La Sagra è giunta quest’anno alla sua 69.ma edizione: perché continua ad avere tanto successo presso un pubblico non solo di addetti ai lavori, ma anche e soprattutto di non addetti?

R. - Perché rappresenta uno dei pochi Festival dedicati alla spiritualità. Sempre e comunque un pellegrinaggio con la musica nei luoghi dello spirito, perché la particolarità pressoché unica della Sagra Musicale Umbra è quella di essere un Festival itinerante nei luoghi più belli dell’Umbria, in luoghi che respirano una storia: queste sono le terre - ricordiamolo - di San Benedetto e in particolare di San Francesco.








All the contents on this site are copyrighted ©.