2014-09-07 14:33:00

"La santità è possibile", un libro del card. Saraiva Martins


"Tanto più la crisi economica e, ancor prima, quella antropologica preoccupano ciascuno di noi, tanto più si ha il bisogno di ritrovare il balsamo della speranza e della fiducia". Questo lo scopo del volume del cardinale Saraiva Martins “La santità è possibile – Nascono per non morire” edito dalla Libreria Editrice Vaticana: oltre 130 tra omelie e relazioni, articolate nelle quattro macro sezioni “Santi”, “Beati”, “Venerabili e Servi di Dio” e “Sante Spigolature”. Per comprendere gli scopi del libro, con prefazione del cardinale Angelo Sodano, Paolo Giacosa ha intervistato l’autore, il cardinale José Saraiva Martins, prefetto emerito – dopo una guida decennale – della Congregazione delle Cause dei Santi:

R. - Lo scopo del libro è soprattutto ricordare che la Chiesa è chiamata alla santità. Questo è il primo concetto che ho cercato di approfondire. Quando diciamo che la Chiesa deve essere santa, dobbiamo tenere presente che la Chiesa non è una realtà astratta ma concreta: la Chiesa siamo tutti noi. Sono concetti che, durante i miei anni di prefettura, ho cercato di approfondire sotto vari aspetti in occasione delle varie Beatificazioni e Canonizzazioni.

D. - Come si può riuscire a coinvolgere il singolo sul messaggio della chiamata universale alla santità delineato dalla Lumen Gentium?

R. – Molte volte si parla di santità e di umanità come se fossero due realtà contrapposte e sovrapposte: è uno sbaglio. La santità e l’umanità in realtà sono unite in modo inscindibile: inseparabili! La santità, ho detto molte volte, è la pienezza dell’umanità. I santi sono coloro che vivono in pienezza la loro umanità. Essere santo vuol dire essere battezzato. La vocazione battesimale è essenzialmente vocazione alla santità, tanto che Giovanni Paolo II diceva: “Domandare ad un catecumeno: tu vuoi essere battezzato? equivale a domandargli: tu vuoi essere santo? Tutti i battezzati sono chiamati alla santità”.

D. - La prefazione del libro, firmata dal cardinale Sodano, sottolinea il valore apologetico della santità nella Chiesa, che non potrebbe esistere senza il continuo intervento di Dio ...

R. – Certamente la Chiesa non può agire senza il continuo intervento di Dio. La Chiesa non potrebbe esistere senza essere santa: perché? La ragione è molto semplice: se la Chiesa è il Corpo mistico di Cristo, se la Chiesa è Cristo, allora è chiaro che sul volto della Chiesa si dovrebbe specchiare la santità di Cristo.

D. - Qual è il santo che l’ha maggiormente colpita? Quello che porta nel cuore ...

R. - Mi hanno colpito tanti santi, portati agli altari durante la mia prefettura, perché la santità è unica, ma il modo di vivere questa santità è diverso in ognuno di noi. Quindi, ogni santo ha un aspetto peculiare, particolare, personale della santità. Un santo che certamente mi ha affascinato è Madre Teresa di Calcutta, che è stata beatificata durante la mia prefettura. E lei è un modello si santità! Lei ha detto molte volte che la santità non è niente di speciale: “Chi ama diventa santo”. L’amore è identificato con la santità: è un’affermazione teologica molto profonda. Poi tutti i martiri sono ammirevoli. Dare la vita per Cristo, il tesoro più grande che abbiamo, che Dio ci ha dato, è straordinario! È commovente.








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