L'Italia e Roma, come culla della cristianità sono un obiettivo "non secondario" dello Stato Islamico, ma ad oggi non ci sono indicazioni sui attività da parte di terroristi. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, in un'informativa alla Camera. Giampiero Guadagni
Sono parole preoccupate quelle che il ministro dell’Interno Alfano pronuncia nella
sua informativa alla Camera. Il terrorismo dell’Isis, afferma, veste anche abiti
europei, lanciando una sfida senza precedenti alla sicurezza globale: anche perché
è una organizzazione con risorse mai avute prima da altre. L’Italia e Roma, come culla
della cristianità, sono un obiettivo non secondario. Con gli sbarchi, aggiunge il
titolare del Viminale, potrebbero giungere “persone a rischio”, ma “attualmente non
è stato riscontrato alcun caso”. Bisogna comunque rafforzare i controlli perché c'è
il rischio che l'Italia diventi la “porta d'ingresso” alla Jihad. Ma è anche necessario
rafforzare gli strumenti legislativi. Deve essere sempre possibile, sostiene il ministro,
contestare il delitto di partecipazione a conflitti fuori dai nostri confini anche
quando si tratta di un lupo solitario; nonché consentire la sorveglianza speciale
dei soggetti a rischio. Il semestre italiano all'Unione europeo, conclude, sarà un'occasione
per fissare nuove misure.
Da parte sua il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, riferendo sul vertice Nato
alle Commissioni riunite di Esteri e Difesa, ha sostenuto la necessità di creare una
coalizione anti-Isis, “soprattutto al di fuori dell'Alleanza Atlantica” e “a partire
dai Paesi arabi e islamici, con una pluralità di strumenti, non principalmente militari,
ma soprattutto dell'aiuto umanitario” e sul fronte “del controllo dei flussi economici
e finanziari”.
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