2014-09-09 15:13:00

Ecumenismo e lotta alla tratta nell'incontro del Papa con il St. Peter’s Cricket Club


Papa Francesco ha ricevuto, in forma privata a Santa Marta, un gruppo di sacerdoti e seminaristi del St. Peter’s Cricket Club, provenienti da diverse Università e Collegi Pontifici a Roma, che il 19 settembre prossimo affronteranno a Canterbury una squadra della Chiesa d'Inghilterra. L’iniziativa ecumenica, promossa dal Pontificio Consiglio della Cultura d’intesa con l’appoggio dell’arcivescovo di Canterbury, si svolge nell’ambito di un pellegrinaggio intitolato “La luce della Fede”. La partita, per volontà di Papa Francesco, sarà occasione per una raccolta fondi che saranno impiegati per la lotta alla tratta e alla schiavitù. Per la prima volta, dunque, Papa Francesco ha benedetto una squadra di Cricket. Ascoltiamo mons. Melchor Sànchez de Toca, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, al microfono di Philippa Hitchen:

R. – L’ha fatto con una squadra di calcio in occasione della partita interreligiosa per la pace. Ora, il cricket è lo sport più popolare nel subcontinente indiano. Se la Chiesa è cattolica, è cattolica anche dal punto di vista sportivo, è aperta a tutti gli sport.

D. – Anche se il Papa forse non conosce bene le regole del gioco, comunque è interessato a qualsiasi iniziativa che promuova questo spirito di incontro…

R. – Non solo il Papa, probabilmente in Vaticano sono pochissimi a sapere come si gioca una partita di Cricket… Però lo sport, qualsiasi sport ha un potenziale educativo, culturale e spirituale. E per questo il Pontificio Consiglio della Cultura promuove anche la pratica dello sport popolare, lo sport per tutti.

D. – Al centro di questa iniziativa del St. Peter’s Cricket Club, c’è anche un’importante dimensione ecumenica…

R. – E’ una nuova forma di ecumenismo, attraverso lo sport, in un dialogo simpatico, usando il fair play, uno sport che vorremmo estendere anche a studenti o formazioni simili di altre confessioni. Per esempio, sarebbe un sogno giocare contro studenti di una madrasa (scuola musulmana, ndr), studenti del mondo islamico che vogliano incontrarsi con noi sul terreno di gioco.








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