2014-09-10 16:02:00

Mons. Tomasi: rompere il silenzio sulle schiavitù moderne


“Dobbiamo rompere il silenzio” sulla piaga vergognosa della schiavitù contemporanea: è quanto ha affermato l'osservatore permanente della Santa Sede presso l'ufficio delle Nazioni Unite di Ginevra, mons. Silvano Maria Tomasi, intervenuto alla 27.ma sessione del Consiglio per i diritti umani in corso nella città elvetica.

Il presule ha parlato di “forme scioccanti di schiavitù contemporanea”, una “ferita aperta sul corpo della società”: rapimenti di massa, commercio di giovani ragazze”, come avviene ad opera degli estremisti islamici di Boko Haram in Nigeria o dei miliziani del sedicente Stato Islamico in Iraq. Circa 250.000 bambini – ha detto mons. Tomasi - vengono arruolati forzatamente e perfino usati come ‘scudi umani’ nelle prime linee dei conflitti armati”. Sono 5,7 milioni i bambini “vittime del lavoro forzato” o costretti al matrimonio.

Mons. Tomasi sottolinea la necessità di combattere contro la povertà, la disoccupazione, la mancanza di istruzione e l’analfabetismo per eliminare lo sfruttamento dei minori e la tratta di esseri umani. “La comunità internazionale – ha osservato - ha già sviluppato, e cerca di attuare, numerose convenzioni e accordi internazionali” contro le forme contemporanee di schiavitù”, ma la Santa Sede ritiene “che tali strumenti non soddisfano pienamente i loro obiettivi se non ci ispiriamo allo stesso tempo ad una più ampia volontà politica e coinvolgendo tutti i membri della società”.

Oggi – ha detto – assistiamo ad una “vasta gamma di continui abusi dei diritti umani, in particolare in quelle aree di conflitto civile e politico dove la violenza ha causato l'uccisione di migliaia di persone innocenti e numerosi altri sfollati”. “La comunità internazionale – ha sottolineato - deve agire per rimuovere le cause alla radice, non solo attraverso le parole, ma anche ‘ponendo fine’ a questi conflitti e questi "crimini contro l'umanità".

E’ “compito difficile e grave responsabilità” di tutti gli Stati – ha aggiunto – “difendere e promuovere i diritti umani per tutte le persone”. La Santa Sede afferma inoltre “la necessità di proteggere e difendere il diritto alla libertà religiosa, che è chiaramente sotto attacco in alcune parti del mondo di oggi”. Questo provoca lo spostamento forzato di migliaia di civili appartenenti a minoranze religiose e a numerosi abusi: “C'è il rischio reale che queste persone saranno impossibilitate a tornare nelle loro case da cui sono state sradicate con la forza e che non potranno avere garanzie di protezione e sicurezza per vivere in pace nelle loro città e villaggi, come cittadini con eguali doveri e diritti”. (A cura di Sergio Centofanti)








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