2014-09-10 11:04:00

Pakistan: allarme alluvioni. La Caritas invia volontari


A causa delle forti inondazioni che hanno sconvolto la vita della popolazione nelle province pakistane di Punjab, Sindh e Jammu e Kashmir, la Caritas Pakistan si è mobilitata per rispondere all’emergenza. Secondo dati inviati all'agenzia Fides da Caritas Pakistan, oltre 230 sono i morti e 400mila gli sfollati, mentre l’esercito e la protezione civile continuano a mettere in salvo migliaia di persone.

In Punjab oltre 700 villaggi sono stati inondati e le colture su migliaia di ettari di terreno sono completamente distrutte. Distretti come Hafizabad, Sialkot e Gujranwala sono tagliati fuori dal resto del Paese. Lo stesso per dieci distretti in Jammu e Kashmir, gravemente colpiti.

La Caritas lancia un appello umanitario: “Migliaia di famiglie sono in attesa di cibo, rifugi temporanei, servizi sanitari, acqua potabile, mentre sono già stati segnalati 26 casi di dengue. Non c'è stato alcun avviso dalle autorità e nessuna prevenzione o preparazione alle alluvioni”.

Data la situazione critica, Caritas Pakistan ha già inviato squadre di volontari nelle zone colpite per accertare il da farsi. La Caritas ha ricevuto numerose richieste di aiuto da parrocchie e comunità cristiane locali. Le aree colpite sono densamente popolate e la maggioranza delle comunità cristiane vivono, infatti, proprio nelle aree interessate dalle inondazioni.

A Lahore - riferisce l'agenzia AsiaNews - è di almeno 24 morti e di sette feriti il bilancio aggiornato delle vittime del crollo di una moschea a causa delle forti piogge di questi giorni. Il luogo di culto sorge nel quartiere di Daroghawala, una delle zone più povere della metropoli, considerata la capitale culturale del Paese. Per Bilal Yasin, ministro del governo provinciale, i forti rovesci hanno contribuito a indebolire la struttura della moschea, che ha ceduto di schianto.

Le autorità di Islamabad hanno diramato l'allerta per 700mila cittadini, costretti ad abbandonare le proprie case nel timore di crolli e inondazioni.

In India in queste ore centinaia di persone stanno cercando di lasciare Srinagar, la più importante città del Kashmir indiano; molti i turisti ammassati all'aeroporto, in attesa del primo volo utile per partire, assieme a lavoratori migranti in cerca di un viaggio gratuito perché impossibilitati a pagare il biglietto.

In Pakistan è previsto un ulteriore peggioramento della situazione; i muri provvisori di contenimento eretti accanto a fiumi e torrenti stanno cedendo, riversando altra acqua nei villaggi e sulle campagne. Il premier Nawaz Sharif parla di "momento triste" per la storia del Paese. Si è trattato di un evento "improvviso" e "nessuno poteva prevederne la portata". 

La Federazione internazionale della Croce Rossa (Ifrc) - riporta l'agenzia Misna - ha detto che si sta preparando per lanciare un appello anche per aiutare le vittime delle inondazioni in Bangladesh. L’alluvione, che ha colpito più di tre milioni di persone in tutto il Paese causando oltre 300.000 sfollati, è descritta come la peggiore dal 2007, quando più di 10 milioni di persone sono state colpite. (R.P.)








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