2014-09-11 07:54:00

Ebola fuori controllo in Liberia. Dall’Ue 140 milioni di aiuti


Si aggrava di giorno in giorno l’emergenza ebola in Africa occidentale, dove l’ultimo bilancio delle vittime parla di circa 2.300 morti e 4.300 casi confermati di contagio. Epidemia fuori controllo in Liberia, il paese più colpito dove, secondo l’Oms, nelle prossime settimane sono attesi “migliaia di nuovi casi”, mentre la Sierra Leone riscontra pesanti conseguenze economiche. Lunedì a Bruxelles vertice della commissione Ue che si appresta a varare 140 milioni di aiuti. Il servizio di Marco Guerra

“Siamo scioccati. I pazienti continuano ad arrivare in gran numero”, le parole del portavoce di Medici Senza Frontiere (MSF) in Liberia descrivono la drammatica emergenza nel centro anti-Ebola della capitale Monrovia. Dichiarazioni che fanno il paio con quelle del ministro della Difesa della Liberia, Brownie Samukai, che, davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha detto che Ebola “si sta diffondendo a macchia d'olio” e che “l'esistenza di Liberia è gravemente minacciata”. Grave la situazione anche in Sierra Leone dove si registra una forte contrazione dell’economia,  perché sempre più denaro è investito per lottare contro l’epidemia. Secondo uno studio dell'università di Oxford, l’emergenza potrebbe presto riguardare altri 15 Stati africani, oltre i cinque già colpiti. Intanto si moltiplicano gli sforzi internazionali, ieri l’impegno statunitense è salito a 100 milioni di dollari. Altri 140 arriveranno dall’Unione Europea. Lunedì la commissione Ue si riunirà con diversi esperti per discutere un piano di aiuti ai Paesi più colpiti. In prima linea nella lotta alla diffusione del virus anche la Chiesa liberiana, sentiamo suor Annarita Brustia, rientrata da pochi giorni proprio dal paese africano: 

R. - La popolazione è un po’ nel panico in questo momento perché l’Ebola si sta diffondendo molto velocemente. Inizialmente, gran parte della popolazione pensava che si trattasse di avvelenamenti, … Non di Ebola. Non riuscivano a capire cosa fosse questa “Ebola”. Ma adesso ovunque ci sono cartelli, perché Ebola è una realtà in Liberia. Per questo molta più gente adesso ci crede: prende le misure, prende più coscienza di questa malattia.

D. - Può dirmi quello che state facendo voi? Ha visto casi? La gente è preoccupata?

R. - Sì, ho visto casi. Ad esempio a Dolo Town, nel mese scorso, in una chiesa c’è stata una conferenza alla quale tanta gente ha partecipato - circa duecento persone -. Tra queste persone c’era qualche persona infetta, forse perché avevano partecipato al funerale di qualche persona morta di Ebola. Comunque queste persone a loro volta, hanno infettato tante altre persone.

D. - Quindi anche la Chiesa sta sensibilizzando? Si stanno evitando contatti per quanto è possibile?

R. - Sì questo si fa, tutti lo fanno. In tutte le chiese nessuno dà il segno di pace, non ci si ammassa, si mantengono le distanze di almeno un metro tra una persona e l’altra, ci si lava le mani sempre con una soluzione di conegrina. In tutte le chiese, in tutti gli ambienti pubblici dove entra la gente, persino in casa nostra, c’è un secchio con un tappo rubinetto in cui ci si lava le mani prima di entrare in qualsiasi posto, perché la conegrina uccide questo virus. Altra precauzione: raccomandano tanto di non prendere parte ai funerali perché ci posso essere dei riti funebri dove si tocca il corpo del defunto. Anche il nostro arcivescovo è apparso in televisione insieme all’imam della Liberia e la Presidente raccomandando appunto di stare lontano, di non toccare mai il morto, perché c’è alto rischio di contagio. Persino le offerte! Una volta si andava in processione per portare le offerte davanti all’altare: adesso no, passa un cestino tra i banchi.

 

 

 

 

 

 

 








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