2014-09-11 13:29:00

Uruguay: Giornata educazione cattolica. I vescovi: garantire libertà di scelta


 Libertà per i genitori e per gli educatori ed uguaglianza di diritti per gli alunni. Questo l’appello della Chiesa uruguayana nella Giornata dell’educazione cattolica che ogni anno si celebra il 10 settembre. In un messaggio, mons. Alberto Sanguinetti, vescovo di Canelones e responsabile del dipartimento di educazione cattolica della Conferenza episcopale dell’Uruguay, afferma che “questa celebrazione deve rappresentare anzitutto un nuovo impegno nella fedeltà all’identità cattolica” che comporta la difesa della “libertà di scelta, per i genitori, di una educazione secondo le proprie convinzioni e  la propria fede” ed “il rispetto della libertà di educare secondo questi valori senza discriminazioni economiche né controlli statali ingiustificati”.

Mons. Sanguinetti ha, poi, fatto un appello perché “si concedano ai giovani iscritti presso gli istituti privati, senza discriminazioni, gli stessi benefici di cui usufruiscono i giovani delle scuole statali”, ad esempio, i biglietti gratuiti per il trasporto pubblico o ingressi ridotti a spettacoli culturali. “La libertà religiosa implica anche - ha ribadito il presule - la libertà di educazione della religione nelle scuole dell’amministrazione statale per coloro che la ritengano opportuna per i propri figli”.

La Giornata dell’educazione cattolica si celebra ogni anno in memoria della petizione fatta, il 10 settembre dell’1815, dall’eroe della Patria, Josè Artigas, a due sacerdoti perché aprissero delle scuole. Ed è proprio da questo riferimento storico che parte mons. Sanguinetti per ripercorrere il ruolo della Chiesa nell’educazione, portata avanti a grande scala nel Paese sudamericano, raggiungendo tutti i settori delle società.  Nel suo messaggio, il presule ricorda che la prima scuola popolare gratuita europea è stata aperta nel 1597 da San Giuseppe Calasanzio, a Roma. “Non è stata la Chiesa a sostituire lo Stato o le sue funzioni, come si vuole far credere - sottolinea il vescovo di Canelones - perché gli Stati, come comunità politiche, non avevano considerato l’insegnamento né l’educazione come una loro competenza. Sono stati, invece, i cristiani, religiosi, religiose e laici, a vedere nell’educazione un modo per fare del bene”. Il messaggio episcopale conclude con un invito a pregare Dio ed a sostenere le istituzioni cattoliche perché siano sempre più fedeli alla loro identità di configurazione a Cristo ed alla Chiesa. (A.T.)








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