2014-09-12 12:06:00

Ucraina: appello della Chiesa greco-cattolica per la fine del conflitto


La Chiesa greco-cattolica al termine del Sinodo che si è tenuto a Leopoli il 10 settembre scorso, lancia un appello alla comunità internazionale, perché si metta fine allo spargimento di sangue in Ucraina. Intanto in Crimea, la penisola sul mar Nero annessa da Mosca dopo un referendum popolare a marzo, si registrano difficoltà nei permessi di soggiorno per esponenti del clero sia cattolico che musulmano di nazionalità non russa.

I presuli denunciano lo sconfinamento di "centinaia di unità di armamenti pesanti, equipaggiamenti e migliaia di mercenari armati e truppe dell'esercito regolare russo", che "stanno seminando morte e distruzione, nonostante i negoziati sul cessate il fuoco e gli sforzi diplomatici".

Il Sinodo punta il dito anche contro la "propaganda, che non è meno distruttiva delle armi di distruzione di massa" e che sta diffondendo odio nella società, attraverso la distorsione dei fatti. E poi un avvertimento: "Chiunque stia uccidendo le persone in Ucraina non esiterà domani a puntare le armi contro altri nel proprio Paese e fuori dai suoi confini e attaccare qualunque Stato nel mondo".

"Fermate il bagno di sangue in Ucraina", è l'appello rivolto a tutti i credenti di ogni religione e confessione, alle persone di buona volontà e ai capi di Stato e ai membri della comunità internazionale. In questo momento - conclude il documento - il silenzio e l'inazione vanno considerati "complicità". (R.P.)








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