2014-09-15 13:53:00

Partita missione Onu per la stabilizzazione del Centrafrica


Parte oggi ufficialmente  la missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della Repubblica Centroafricana. Tre i compiti principali dei 7.600 militari dell'Onu, che saliranno poi a 10mila e a cui si uniranno anche 200 poliziotti: protezione dei civili, sostegno al processo politico e ripristino delle autorità dello Stato. La missione in una prima fase sarà impegnata nella capitale Bangui e in alcune zone a nord del Paese, per poi dispiegarsi in 45 diversi siti. Ma sulla situazione attuale nel Paese, Marina Tomarro ha intervistato don Mathieu Bondobo, sacerdote di Bangui:

R. - Diciamo che la situazione generale in Centrafrica sta migliorando. Ci sono gli sforzi e gli impegni a favore della pace; ci sono dei segni chiari e concreti per arrivare alla pace anche se ancora non ci siamo arrivati al cento per cento. Quindi, ripeto, ci sono segnali positivi in questo senso. Nella capitale Bangui la vita sta riprendendo, anche se all’interno del Paese in alcune zone la tensione è ancora alta, però, in generale le cose stanno migliorando.

D. - Quali sono le urgenze rimaste?

R. - L’urgenza principale rimane sempre la pace, perché senza la pace non si può parlare di sviluppo, di coesione sociale. Dunque, ci sono dei segni positivi, ma non siamo ancora arrivati alla pace vera, perché ci sono ancora persone che non sono rientrate nelle loro case, persone che hanno perso tutto, persone malate che non riescono a curarsi … C’è ancora tanto da fare. Ma ci sono dei segnali.

D. - E' partita la missione Onu nel quadro del programma di peacekeeping. Secondo lei quali potrebbero essere gli effetti?

R. - Diciamo che questa missione delle Nazioni Unite è una buona notizia per i centrafricani, perché è dall’inizio di questa crisi che il popolo del Centrafrica sta chiedendo alla Comunità internazionale di intervenire. Questa crisi ha devastato il Paese, lo Stato non esiste più, quindi la popolazione è abbandonata nelle mani di questi gruppi armati e finalmente la risposta a questo grido del popolo centrafricano è stato ascoltato e la Comunità internazionale con questa missione dell’Onu sta proprio venendo in aiuto al popolo del Centrafrica. L’inizio di questa missione è veramente una buona notizia per noi, perché la missione principale dell’Onu è restaurare la pace, cercare di arrestare tutte quelli che spingono le persone alla violenza e dare un segnale forte per far vedere che l’autorità dello Stato sta tornando.

D. - Il Papa durante l’Angelus ha lanciato un appello alla Comunità internazionale per la pace in Centrafrica. Quanto sono importanti questi appelli?

R. - Sentire il Santo Padre, durante l’Angelus, parlare di Centrafrica è veramente una fonte di consolazione. Non è la prima volta che il Papa lo fa! Questo significa che il popolo centrafricano è nel suo cuore, nel cuore della Chiesa. Quindi, questo suo appello ci dà gioia, pace. È un buon segno, vuol dire che non siamo abbandonati a noi stessi ma c’è il Papa, c’è la Chiesa al nostro fianco.








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