2014-09-15 08:27:00

Tre naufragi nel Mediterraneo: coinvolti almeno 800 migranti


Tra 589 e 639 persone: è il bilancio fornito dall'Unhcr, delle persone morte o disperse nei cinque naufragi avvenuti nel Mediterraneo durante il week end. Si tratta di stime non confermate, soprattutto per quanto riguarda i dispersi. L’ultima barca affondata, ieri a largo della Libia. Il ministro dell’Interno Alfano chiede che Mare Nostrum sia affiancato da Frontex Plus, dunque con una maggiore partecipazione della Ue. "E' una crisi umanitaria senza precedenti" afferma la portavoce in Italia dell'Unhcr, Carlotta Sami   

Secondo l'Oim, l'Organizzazione Mondiale delle Migrazioni, le vittome potrebbero essere anche 700 i migranti. In particolare sarebbero circa 500 i dispersi del naufragio avvenuto la scorsa settimana al largo di Malta, molto probabilmente causato dagli stessi trafficanti che, da una seconda imbarcazione, avrebbero di proposito fatto colare a picco il barcone dei migranti - siriani, palestinesi, egiziani e sudanesi - con i quali era nato un violento scontro. Ci sono poi i 200 dispersi del naufragio avvenuto domenica al largo della Libia e quelli di un terzo incidente con vittime di fronte alla costa egiziana. Nell'intervista di Fausta Speranza, la riflessione di Daniele De Luca, docente di Storia delle relazioni internazionali all’Università del Salento: 

R. - Questa è una tragedia enorme! È già una tragedia che queste persone che si debbano imbarcare in condizioni assolutamente disperate e disumane su barconi, gommoni ed altro, ma, ancor peggio, che - ahimè - muoiano nel Mediterraneo. Molte di queste non vengono recuperate perché, se non interviene la marina italiana e qualche altra marineria ufficiale, la Libia non può fare assolutamente nulla. In questo momento non ha le strutture, non ha la forza economica per recuperare i cadaveri, per evitare che queste persone muoiano nel Mediterraneo.

D. - E viene da sottolineare che la Libia in questo momento è un buco nero …

R. - Sì, la situazione in Libia è particolarmente preoccupante; c’è una totale confusione governativa e militare nel Paese, determinata dalla caduta del presidente Gheddafi e dal non incontro delle esigenze delle varie opposizioni e dalla mancanza probabilmente di un supporto da parte dell’Occidente che si è preoccupato soltanto di far cadere Gheddafi ma poi non ha aiutato nella ricostruzione di quel Paese. C’è quindi un totale vuoto governativo.

D. - In questo momento l’Europa discute la trasformazione di Mare Nostrum in Frontex, ma il problema va affrontato anche nei Paesi di partenza?

R. - L’Europa dovrebbe comprendere che la frontiera europea è una frontiera unica - parlo di frontiera marina -; bisognerebbe prevenire la morte di queste persone che sono sicuramente alla ricerca di una situazione migliore, aiutarli nei Paesi dove i problemi ci sono. Il problema maggiore in questo momento è la Libia: una porta totalmente sfondata verso il Mediterraneo dove scafisti, criminalità organizzata e quant’altro si organizzano per portare queste persone nel mare o meglio più che portare, per abbandonare queste persone in mare.








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