2014-09-17 12:41:00

Ebola. Secondo l'Oms le vittime sono oltre 2.400


L’epidemia di Ebola in Africa Occidentale spaventa il mondo. Il presidente Usa, Barack Obama, presentando un piano di contenimento ha parlato di virus "fuori controllo". Il capo della Casa Bianca ha chiesto anche maggiore cooperazione internazionale e ha previsto l’invio di tremila soldati, medici, infermieri e ingegneri. Ad oggi le vittime della pandemia secondo l’Oms sono 2.461, oltre 4.900 i contagiati. Antonio Elia Migliozzi ha intervistato don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa CUAMM di ritorno dalla Sierra Leone, Paese duramente colpito dal virus:

R. - La situazione è grave per vari motivi. I numeri che le statistiche generali riportano dei diversi ministeri, quindi il Ministero della salute della Sierra Leone, così come quello della Liberia, della Guinea e l’Oms, ufficialmente dice che sono dalle due alle quattro volte sottostimati. Si calcola che alla fine l’epidemia porterà a 20 mila casi di ebola. Quello che noi vediamo sul campo è una forte incidenza di questi casi anche da parte degli operatori sanitari. C’è tanta paura. La gente ha paura: non si stringe la mano, non va più a Messa… L’ebola sta davvero destabilizzando il Paese.

D. - Come vi state muovendo per prestare aiuto alle popolazioni colpite?

R. - Non c’è possibilità reale di trattare questi pazienti. Dato strano di questa patologia finora è che, a differenza di alte epidemie di ebola, la mortalità sembra meno grave: circa il 50% dei pazienti affetti da ebola sopravvive alla malattia. Questo è una dato che nelle epidemie precedenti non c’era. Ma in realtà quelli che sopravvivono, o sono giovani, o hanno un sistema immunitario un po’ più strutturato… Quello che noi possiamo fare e stiamo facendo sostanzialmente sono tre cose. La prima è la formazione, la seconda riguarda i materiali di protezione. Stiamo distribuendo nel nostro ospedale e nei centri sanitari - ce ne sono 70 intorno all’ospedale - tantissimo materiale da protezione: guanti, occhiali, berretti, stivali, tute, perché una volta usati vanno buttati. É un distretto molto grande di 350 mila abitanti. Il terzo grande capitolo è quello delle ambulanze, perché quando usi un mezzo del genere per un caso sospetto o certo di ebola la gente non vuole assolutamente più salire su quella macchina... Questo sono solo alcuni dei capitoli principali di ciò che stiamo facendo a Pujehum e poi in particolare a Zimmi questo villaggio dove c’è il focolaio dell’epidemia di ebola.

D. - Questa epidemia di ebola sta avendo anche gravi ripercussioni economiche?

R. - Gravissime, perché gli aeroporti e i porti stanno chiudendo, le compagnie aeree da una parte e quelli navali dal’atra stanno bloccando tutto e questo ha tre grandi conseguenze: il personale sanitario non riesce ad arrivare, stanno finendo i guanti, gli stivali, le mascherine e non riusciamo a portarli a destinazione dove c’è bisogno. Quindi, è un ulteriore problema. Questo fa salire i prezzi sia del materiale sia dei farmaci che del cibo! Sta crescendo la fame. Si è calcolato che la Sierra Leone, a causa dell’ebola, abbia per l’anno prossimo una riduzione del Pil del quattro percento.








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