2014-09-17 15:40:00

Cresce gioco d'azzardo. Consulta antiusura: cambiare l'approccio


In Italia, il fenomeno del gioco d’azzardo cresce di continuo come dimostra l’andamento dei flussi di denaro coinvolto e può sfociare in vera dipendenza,di certo ad esso sono associati usura e illegalità che spesso portano al tracollo economico intere famiglie. Dati noti e ribaditi nella relazione fatta nei giorni scorsi al parlamento, dal Dipartimento antidroga: una panoramica troppo generica e che sorvola su alcuni aspetti fondamentali perché questo fenomeno possa essere effettivamente risolto. Lo rileva il sociologo Maurizio Fiasco della Consulta antiusura, al microfono di Gabriella Ceraso:

R. – In gran parte, la dipendenza, la patologia e la sofferenza sono state costruite dall’alto. Capisco molto bene che un organismo governativo si trovi in contraddizione con una politica governativa che è perdurata per 15 anni. Questo porta a risentirne anche nella stessa obiettività delle evidenze che si vogliono mostrare al Paese. Lo dico brutalmente, ma il nodo - secondo me - è un nodo etico-politico e sta in questo.

D. – I dati che vengono forniti sono dati realistici: parliamo di oltre seimila, quasi settemila, soggetti sottoposti a trattamento. Un censimento, dunque, più o meno, fatto nel corso del 2013...

R .– Il censimento non ci riporta al fenomeno, ma ci riporta all’offerta di terapia sul fenomeno. Finché in Italia non esisterà una generalizzata, accessibile, capillare offerta di terapia, noi non sapremo mai quanto sia esteso statisticamente questo fenomeno. Sappiamo che, però, è un fenomeno molto rilevante. Dobbiamo partire da come l’offerta ha arruolato al gioco d’azzardo una popolazione sterminata, con uno strumento diagnostico che, secondo me, va messo a punto nelle condizioni del nostro Paese, dove da una parte abbiamo la promozione che è su una strada spianata e, dall’altra parte, il rivolgersi alla cura è invece contrassegnato da tutta una serie di barriere. Una vera asimmetria.

D. – Quali sono di contro invece i punti su cui si sentirebbe di dire: “Interveniamo subito”...

R. – Primo, un chiaro riconoscimento del rilievo di questa patologia, non solo dal punto di vista clinico-sanitario, ma anche dal punto di vista relazionale, economico e sociale. Secondo, interrompere l’induzione al gioco d’azzardo con un arruolamento a tappeto, come si sta facendo in Italia. Terzo, fare un bilancio costi-risultati di questo consumo che includa la condizione delle famiglie, la condizione del corpo sociale, la legalità, le conseguenze economiche e anche, perché no, le conseguenze per la spesa pubblica. Quindi, un insieme coerente di atti che qualifichino in modo serio la scelta del pubblico di venire fuori da questa secca.








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