2014-09-17 13:42:00

Maria Voce: Focolari, impegnati a costruire l'unità nel mondo


Terminate le operazioni di voto per il rinnovo dei dirigenti, prosegue a Castel Gandolfo l’Assemblea generale del Movimento dei Focolari con il compito di delineare gli orientamenti per i prossimi 6 anni. Grande l’attesa dell’incontro con Papa Francesco, in Vaticano, al termine dei lavori, il 26 settembre. Presidente dei Focolari, che secondo gli Statuti deve essere sempre una donna, è stata confermata Maria Voce, la prima a succedere alla fondatrice, Chiara Lubich il cui carisma nasce dalla preghiera di Gesù: “Che tutti siano uno”. Adriana Masotti ha chiesto a Maria Voce, laureata in giurisprudenza con studi di teologia e di diritto canonico, consultrice del Pontificio Consiglio per i Laici e di quello per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, come ha vissuto questa rielezione:

R. – Intanto con la gratitudine a Dio e con la gratitudine a tutti quelli che mi hanno scelto perché mi è sembrata una dimostrazione di stima e di comprensione per quello che è stato fatto in questi sei anni precedenti. Anche con timore, perché capisco che è una nuova sfida che mi si presenta davanti. La complessità del mondo che ci circonda non è diminuita, anzi mi sembra che sia aumentata, e quindi le domande dell’umanità sono tante e non facili. Però, io sento che ho risposto di sì a Dio, ancora una volta, e quindi se Dio affida una responsabilità a qualcuno, sicuramente darà una grazia a questo qualcuno per corrispondere a questa responsabilità. E inoltre per il nostro carisma io sento di non essere sola in questa risposta, ma di rispondere insieme a tutti gli altri collaboratori.

D. - Da quanto si è saputo, i partecipanti all’Assemblea, che provengono da tutto il mondo, sono di tutte le età e le vocazioni, stanno vivendo in questi giorni proprio un’esperienza di profonda comunione e di dialogo, è così?

R. – E’ così. Intanto, già prima di arrivare qui all’Assemblea, si sono preparati partecipando allo studio, alla ricerca di tutte le istanze che provenivano dalle diverse parti del mondo per affrontarle poi insieme in Assemblea. E qui quest’ampia comunione si sta concretizzando in un ascolto profondo, in un saper spostare quell’idea che magari ci si era fatti prima di venire, per accettare l’idea dell’altro fino in fondo, e nel partecipare veramente, attivamente, alla costruzione di un’unità che garantisce poi l’attuazione di quanto viene visto insieme.

D. – I lavori continuano fino a fine mese: può accennarci qualcosa di ciò che emerso finora in quanto agli orientamenti futuri del Movimento?

R. - Il Movimento, essendo così diffuso in tutto il mondo, sente i problemi e le domande di tutto il mondo. E quello che mi sembra che stia emergendo è proprio questa esigenza di essere sempre attenti a queste domande, quindi di farsi ancora più capaci di cogliere i bisogni e di prepararsi per rispondere a questi bisogni. Quindi, è una grande esigenza di una formazione più adeguata di fronte alle sfide dell’umanità di oggi.

D. – Alla sua prima elezione, lei ha tenuto ben presente il testamento di Chiara Lubich, la fondatrice dei Focolari: “essere famiglia”. C’è una parola d’ordine, se così si può dire, di inizio di questo suo secondo mandato?

R. – Non so se è proprio una parola d’ordine, ma questo “essere famiglia” che abbiamo cercato di costruire in questi sei anni insieme non soltanto qui al Centro del Movimento ma in tutto il mondo, mi sembra che adesso sia come pronto per aprirsi e cercare di allargare questo spirito di famiglia a tutta l’umanità, tenendo sempre presente come frontiera la frontiera del “Che tutti siano uno”, ma arrivarci partendo da quanti ci circondano, costruendo rapporti di famiglia con tutti quelli che sono intorno a noi.

D. – Ci può fare un esempio di come il Movimento porta l’unità, porta l’amore nel mondo?

R. - Basta pensare a quello che si fa nei Paesi del Medio Oriente dove in questo momento c’è tanto odio e tante morti e dove il Movimento cerca di costruire rapporti con persone al di là di qualsiasi differenza di credo, di classe sociale o di appartenenza territoriale, al di là di ogni confine, per costruire l’unità e per cercare di contrapporre all’odio l’amore. Questo a qualcuno può sembrare poco, però non credo che sia meno, anzi credo sia molto di più di tutti gli sforzi delle diplomazie per arrivare a compromessi che comunque non sono la pace. Oppure, pensare anche alle opere sociali che ci sono ormai dappertutto in aiuto ai bambini orfani, in aiuto ai profughi come sulle coste nel sud dell’Italia.

D. - Alcuni temevano che alla morte di Chiara il Movimento potesse risentirne in negativo, vivere una specie di autunno, un calo di vitalità, di smalto. A distanza di sei anni da quell’evento che cosa può dire a riguardo?

R. – Direi che lo spirito del Movimento è rimasto intatto, anzi posso dire, dopo sei anni, che c’è una grande vitalità che ha portato a un nuovo impegno in tutti i campi, a un desiderio di incidere maggiormente, ad una maggiore attenzione a essere concreti nelle risposte da dare all’umanità. Naturalmente il Movimento vive in quest’umanità e sente anche tutte le crisi che l’umanità ha vissuto, le sente anche al suo interno, però posso dire che veramente è vivo e vitale.

D. – Il 26 settembre lei, con gli altri dirigenti dei Focolari e tutta l’Assemblea, sarà ricevuta da Papa Francesco. Qual è il volto del Movimento che le piacerebbe presentare al Papa in quest’occasione tanto attesa?

R. – Sì, io vorrei intanto che per il Papa l’incontro col Movimento fosse una gioia. Vorrei che il Papa potesse vedere il Movimento com’è e mi sembra che in questo momento il suo volto sia quello di un Movimento unito e lanciato. Unito nel suo seno, quindi mi sembra che si possa presentare veramente come un piccolo esempio di corpo mistico attuato. E lanciato nel senso che vuole veramente arrivare fino ai confini della terra per poter portare a tutti la vita del Vangelo.








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