2014-09-18 12:09:00

Myanmar. Mons. Bo: drammatico appello contro la tratta


In una drammatica e appassionata lettera aperta, mons. Charles Bo, arcivescovo di Yangon, denuncia la triste situazione di molti, in particolare donne e ragazze, vittime del traffico di esseri umani nei paesi confinanti.

“Il Myanmar – scrive monsignor Bo nella lettera ripresa dall'agenzia Misna – ha una deprimente storia di permettere ai suoi figli e figlie di essere sfruttate da ogni nazione del globo. Siamo una nazione di esodo. Un esodo progettato ed eseguito da disastri causati dall’uomo, sei decenni di dittatura spietata che ha prolungato il sottosviluppo. Negli ultimi due decenni, più di tre milioni di persone sono state costrette a rischiare l’ emigrazione. I nostri giovani sono dovuti fuggire dalla povertà, dalla guerra, dalla persecuzione, dalla mancanza di istruzione e dalla mancanza di occupazione.

Nel nostro Paese, i trafficanti di esseri umani hanno un grande business di giovani innocenti. Li hanno venduti come merce, come i lavoratori privi di documenti nelle piantagioni in Malesia, come le domestiche sottopagate e sfruttate nella Thailandia, come oggetti del desiderio nei mercati del sesso della Thailandia e della Cina, come mogli temporanee di ricchi uomini in Paesi vicini, utilizzate come fabbriche per bambini e poi scartate come immondizia. Centinaia tornano a casa con corpi e anime frantumate.

Questo problema ha attirato l’attenzione del governo del Myanmar solo in questi ultimi anni. Le agenzie internazionali hanno accusato il governo di Myanmar di indifferenza verso questo problema, anche accusando singoli funzionari di collusione con il traffico di esseri umani. Gruppi per i diritti civili hanno più volte accusato il governo militare per il lavoro forzato e l’ incapacità di proteggere le frontiere dai trafficanti di esseri umani.

Ciò che ci rende triste, sottolinea l’arcivescovo di Yangon, è l’assenza di forti meccanismi interni che fermino il dilagare di questo traffico. Le ragazze, in particolare dal delta, sono vittime della tratta nelle aree industriali, nelle città di confine, nelle aree minerarie e nelle zone dei casinò e del turismo sessuale.

Il nuovo Myanmar è impegnato su tre fronti : la costruzione dello Stato, la costruzione della nazione e la costruzione della pace. Ci rallegriamo vivamente – sottolinea mons. Bo – per gli sforzi da parte dei soggetti statali e non statali nel trovare un accordo sulle questioni ancora aperte. Ma uno Stato che non può fornire sicurezza umana ai più vulnerabili, garantendo a tutti la dignità di un sostentamento sicuro, l’istruzione di base e un futuro sicuro , sta fallendo. (…) Esortiamo il governo, la società civile e i leader religiosi a intraprendere una guerra contro la minaccia del traffico di esseri umani. I rapporti degli esperti continuano a denunciare che migliaia ragazze sono vendute in Thailandia e in Cina, spesso in schiavitù sessuale. Il governo del Myanmar deve garantire i suoi confini, ottenere dai Paesi confinanti un equo trattamento dei cittadini secondo le linee guida dell’Oil e salvare le ragazze del Paese dall’industria del sesso.

La Cina con la sua politica del figlio unico ha milioni di uomini senza donne. Questo ha prodotto una delle più odiose tratte di esseri umani di questi ultimi tempi. Donne provenienti dalle aree colpite della guerra sono acquistate da trafficanti di esseri umani e vendute alle frontiere cinesi, con la promessa di fornire loro un posto di lavoro. Esse sono trasportate in remoti villaggi cinesi dove gli uomini le abusano, le utilizzano per produrre i bambini senza il loro consenso. Alcune di esse sono rivendute da questi uomini ad altri uomini singoli. Spesso i bambini vengono portati via dalla madri e queste rimandate a mani vuote.

Esorto il governo del Myanmar che ha un esercito permanente di quasi mezzo milione di soldati, di fermare questa pratica il più presto possibile e di riportare a casa tutte le ragazze sposate contro la loro volontà nelle città sul confine cinese. Chiedo inoltre al governo, al fine di garantire dignità ai poveri giovani del Paese di affrontando con urgenza le cause alla radice.

Come Chiesa – conclude mons. Bo - assicuriamo con tutto il cuore la nostra cooperazione agli sforzi del governo per porre fine all’inferno in cui migliaia di nostri giovani innocenti vengono consegnati da mafie senza cuore. Anche Papa Francesco coglie ogni occasione per denunciare le” molte forme abominevoli di schiavitù che persistono nel mondo di oggi “e si è “ unito con i leader di altre grandi tradizioni religiose a promuovere gli ideali di fede e dei valori umani, al fine di sradicare la schiavitù moderna e il traffico di esseri umani”. Lasciate che su questo Paese, abolendo ogni forma di schiavitù moderna, nasca una nuova alba di libertà”. (R.P.)








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