2014-09-18 07:52:00

Obama: distruggeremo l'Is. Nuove minacce jihadiste


Gli Stati Uniti sono pronti ad una nuova fase dell'offensiva contro lo Stato Islamico. “Oltre 40 paesi sono con noi”, ha  detto il presidente Obama spiegando che “non ci sono minacce specifiche verso gli Usa”. Ieri su internet i  jihadisti hanno diffuso l’invito ad attaccare Times Square e altri obiettivi in America. Intanto a Bagdad nuovi bombardamenti. Paolo Ondarza:

Non lasciano spazio all’esitazione le parole di Barack Obama: “gli Stati Uniti e la coalizione distruggeranno lo Stato Islamico” e “per i terroristi non ci sarà alcun rifugio sicuro”. Parlando ai soldati del Comando Centrale di Tampa, In Florida,  il capo della Casa Bianca ha dichiarato che  "soltanto l’America ha la capacità di mobilitare il mondo contro il terrorismo". Il presidente Usa esclude l’ipotesi di una missione di terra delle truppe americane in Iraq:  l’invio di soldati statunitensi come consiglieri al fianco dei militari iracheni – ha spiegato - sarà deciso “caso per caso”. Nel Paese del golfo nella notte caccia americani hanno condotto 7 raid aerei , 4 vicino Bagdad,  contro le postazioni dell’Is. Nel frattempo, con 273 sì e 156 no, la Camera dei rappresentanti ha dato l’ok all'addestramento e alla fornitura di armi ai ribelli che in Siria combattono contro lo Stato islamico. “L’Is distrugge l’umanità”, ma “non sarà eliminato solo attraverso incursioni aeree” secondo l’Iran. Dal web intanto giungono ancora minacce attraverso un video di propaganda jihadista di altissima qualità intitolato Fiamme di Guerra e  messaggi su forum online che incitano a preparare nuovi attentati contro gli Stati Uniti.

 

In questo complesso scenario si delinea una nuova alleanza: due gruppi di al Qaeda hanno lanciato un appello ai combattenti jihadisti dell’Is ad unire le forze per combattere contro la coalizione internazionale. Fino ad oggi i rapporti tra Al Qaeda e Stato islamico sono stati conflittuali. Ma il gruppo maghrebino e quello yemenita di Al Qaeda puntano ora alla creazione, in Iraq e in Siria, di un asse contro la coalizione composta dagli Stati Uniti e dai loro alleati. Amedeo Lomonaco ne ha parlato con Camile Eid, giornalista e scrittore, esperto del mondo arabo:

R. – Quest’appello è stato sottoscritto da due filiali di al Qaeda, quella del Maghreb islamico e quella della penisola arabica, con base nello Yemen. L’appello non è stato rivolto da Al Zawahiri, che è il capo supremo, riconosciuto da tutte queste filiali. Però rimane significativo un appello di questo tipo, da parte di due gruppi che comunque subiscono scissioni al loro interno; comandi interi che si staccano per raggiungere i ranghi dello Stato islamico, del Califfato.

D. - Si può prevedere come sarà accolto quest’appello dal sedicente Stato islamico?

R. – Come sarà accolto è da vedere perché ultimamente lo Stato islamico e Al Qaeda si sono scambiati critiche, riguardo soprattutto la liberazione dei 45 caschi blu delle Fiji proprio in concomitanza con l’anniversario dell’11 settembre. Le critiche sono state anche severe perché lo Stato islamico contestava la liberazione senza ottenere nulla in cambio. Bisogna vedere se lo Stato islamico acconsente, in nome dell’unità terroristica o jihadista, a trattare alla pari i suoi simili, i suoi rivali o concorrenti.

D. – Quest’appello da parte di due gruppi di Al Qaeda fa anche pensare però che Al Qaeda sia in una posizione di debolezza rispetto allo Stato islamico?

R. – Sì, io la vedo proprio così. In effetti molti gruppi che prima facevano capo ad Al Qaeda, si sono staccati. Una richiesta di questo tipo di aiuto, di un appello all’unità, quantomeno doveva provenire da chi si sente il primo bersaglio dell’offensiva imminente della coalizione internazionale. Quindi doveva provenire dallo Stato islamico, per fare fronte comune a un nemico dell’islam e dei musulmani in generale.

D. - Come è cambiata la mappa jihadista con la nascita dell’autoproclamato Stato islamico?

R. – La nascita dello Stato Islamico, come un gruppo indipendente autonomo mette anche in discussione le leadership di Al Qaeda. E la proclamazione addirittura, da parte dello Stato islamico, di un califfato islamico ha scombussolato completamente il panorama delllo jihadismo internazionale. Quindi abbiamo due poli contrapposti l’uno all’altro, dove chiaramente la posizione di preminenza spetta proprio allo Stato islamico e non più ad Al Qaeda. E questo è dovuto a un fattore molto importante, che è quello della presenza per lo Stato islamico di un territorio geografico sotto il loro controllo, abbastanza vasto, con risorse naturali, gas, petrolio. Al Qaeda invece è un insieme di bande senza fissa dimora. Questi elementi rappresentano la forza dello Stato islamico. Li stanno proprio impiegando completamente.








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