2014-09-19 11:43:00

L'Azione Cattolica: su Consulta-Csm siamo ancora ai giochi tra partiti


Tutto rimandato alla prossima settimana per l'elezione dei due giudici della Consulta e di altrettanti componenti laici del Csm. L’Associazione  Nazionale Magistrati afferma che si rischia  “di restare in una situazione di limbo. La situazione è grave e deve essere risolta in termini molto brevi”. Solo mercoledi l’appello del Presidente Napolitano convinto che “il succedersi senza risultati conclusivi delle votazioni… solleva gravi interrogativi”. Alessandro Guarasci ha sentito il presidente dell’Azione Cattolica Matteo Truffelli

D.- Truffelli, siamo ancora ai giochi tra partiti?

R. - Sì, da un certo punto di vista sembra così, ma forse è anche peggio. È vero che un passaggio di questo tipo non rappresenta una novità, però credo che soprattutto questa volta non facciano che alimentare quella crisi di credibilità della politica che, a mio parere, rappresenta uno dei mali principali del nostro Paese. Non sembriamo capaci di trovare una via d’uscita. Penso che le forze politiche non riescano a cogliere che il messaggio che arriva al Paese è quello di una classe politica ancora una volta incapace di superare divisioni, interessi di parte, rivalità personali.

D. - Ma secondo lei è più una sconfitta per la maggioranza di governo, oppure viene messo in crisi l’accordo Renzi – Berlusconi sui grandi temi della nostra vita democratica?

R. – Uno dei grandi problemi è che non si può capire che cosa ci sia veramente sotto: se si tratta di rivalità interna ai partiti, di piccole lotte di potere, di questioni personali addirittura, di rivalse nei confronti del segretario di partito, o del leader in crisi verso il tramonto. E questo non fa che rendere lo scenario ancora più inquietante.

D. - Ieri il Partito democratico si è diviso anche sull’art. 18. La riforma dello statuto dei lavoratori è fondamentale per rilanciare il Paese o i mali dell’Italia sono in altri posti?

R. - Sicuramente i mali dell’Italia sono anche in altri posti. Non verranno risolti dalla riforma dell’art. 18. Credo che non si possa pensare che questa sia la chiave per risolvere tutti i problemi. Naturalmente credo che da questo punto di vista sia più legittimo, rispetto a quanto dicevamo prima, che le forze politiche, le diverse sensibilità, le diverse tradizioni si dividano su un tema come questo. Credo che però sia importante capire che il nostro Paese non ha bisogno di altre divisioni, di lacerazioni, di strappi: ha bisogno di capacità di cucire. Andare a toccare la riforma del lavoro significa andare a toccare concretamente la vita di tante persone. Ci vuole la consapevolezza che ci sono tanti giovani che hanno diritto a guardare al futuro con la speranza di poter costruire qualcosa di solido.








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