2014-09-22 12:57:00

Ad Hong Kong proteste per chiedere maggiore democrazia


A Hong Kong è iniziata oggi una settimana di proteste da parte di studenti e insegnanti, che chiedono maggiore democrazia nell’ex colonia britannica. Il prossimo primo ottobre è prevista inoltre una protesta promossa dal movimento autonomista “Occupy Central”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Gli abitanti di Hong Hong, nelle prossime elezioni del 2017, potranno eleggere direttamente il loro governatore. Ma i candidati saranno nominati da un comitato del Congresso nazionale cinese. Questa decisione ha innescato la nuova protesta: gli studenti di 24 istituti, tra università e scuole superiori, diserteranno le lezioni. Oltre 100 insegnanti hanno accettato di tenere i corsi nelle piazze e nei parchi. Dalla Cina, ultimamente, sono comunque arrivate delle concessioni, come sottolinea Francesco Sisci, corrispondete del quotidiano “Il Sole 24 Ore” a Pechino:

“Queste elezioni, comunque limitate, sono già una concessione rispetto al passato. In passato, il governo aveva proposto delle elezioni indirette. Queste saranno elezioni dirette, a suffragio universale, anche se i candidati saranno scrutinati prima. Il governo di Pechino ha poi annunciato che, dopo le elezioni del 2017, le riforme politiche ad Hong Kong andranno avanti”.

Ma quale sarà la reazione del governo di Pechino alle proteste ad Hong Kong?

“Pechino, finora, ha reagito in maniera molto composta alle proteste di Hong Kong. Bisogna però vedere come si sviluppano queste proteste. Date le ultime concessioni di Pechino, il movimento democratico di Hong Kong si è diviso e ha fatto passi indietro. Adesso, il movimento riparte e bisogna vedere però come andrà avanti. Non è detto che abbia un successo di massa. Seppure Hong Kong voglia, in qualche modo giustamente, maggiore democrazia, d’altra parte non è pensabile ragionevolmente che Hong Kong diventi il punto di leva di sovversione dell’intera Cina. Gli stessi cittadini di Hong Kong sanno che in tal modo il benessere e la vita politica, sociale e, soprattutto economica, di Hong Kong sarebbero molto a rischio. Si svincolerebbero dal resto della Cina”.

Il territorio di Hong Kong, dal 1997 sotto la sovranità cinese ma con uno statuto di Regione amministrativa speciale, è stato a lungo considerato, quando era una colonia britannica, un centro commerciale strategico e un punto di incontro tra Oriente e Occidente. Oggi, il ruolo di Hong Kong è profondamente mutato. Ancora Francesco Sisci:

“Hong Kong, prima di ritornare alla Cina, era la 'porta' della Cina. Oggi, naturalmente, non è più così: il passato ruolo di Hong Kong è finito, adesso si tratta di trovarne un altro, cosa non semplicissima. Per mille motivi, ci sono tante città - come Shanghai, Shenzhen e Canton - che possono essere come, e meglio, di Hong Kong. Questo è parte del problema”.








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