2014-09-23 15:55:00

Terra dei Fuochi: si muore e non si interviene. La denuncia di Libera


Il veleno prodotto dalla Terra dei Fuochi continua a uccidere. L’ennesima denuncia, forte, è arrivata pochi giorni fa da don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, conosciuto per il suo impegno nella lotta ai roghi tossici e che nel giorno di San Gennaro, il 19 settembre scorso, ha visto morire di leucemia suo fratello Giovanni.  Il dolore di don Patriciello, detto con le sue parole, è però il dolore di un’intera terra che si sta spegnendo. L’aumento dei morti e dei malati è un dato incontrovertibile, dice Gianni Solino, referente provincia di Libera Caserta, intervistato da Francesca Sabatinelli:

R. - Noi dobbiamo registrare una tendenza e cioè che nella cosiddetta Terra dei fuochi, sostanzialmente gran parte della Campania, c’è un aumento delle malattie tumorali. E’ da questo che bisogna partire, perché in realtà il problema dei fuochi è un problema recente, è l’ultimo sistema di smaltimento criminale di rifiuti tossici inventato in questa terra. Il problema dello smaltimento criminale dei rifiuti tossici è molto più antico, che risale almeno a venti anni fa. Se non comprendiamo che è sempre lo stesso problema, cioè come vengono smaltiti i rifiuti che sono di origine industriale, non attraverso un percorso legale, allora non arriveremo mai a capo di questo problema. Oggi si sono inventati i fuochi, ma prima venivano interrati, tombati nelle cave, facendo buche dappertutto.

D. - Una delle denunce che si ripete continuamente è che la situazione è fuori controllo, fuori il controllo delle forze dell’ordine, dei Vigili del Fuoco: che cosa significa esattamente questo?

R. - C’è un problema sicuramente di forze in campo, c’è un problema di investire su questo aspetto da un punto di vista delle risorse. Però, al di là di questo, secondo me sicuramente esiste la necessità di un maggiore controllo anche attraverso sistemi di videosorveglianza, attraverso la possibilità poi di sequestrare i mezzi, di punire i responsabili. Io però insisto sul fatto che la situazione fuori controllo è un’altra: è come si smaltiscono i rifiuti industriali nel nostro Paese. E’ un problema nazionale! Fuori controllo è il sistema di smaltimento dei rifiuti! E vorrei sottolineare, perché ogni tanto in televisione assistiamo a quella immagine un po’ stereotipata dei cumuli di sacchetti: non c’entrano niente i sacchetti dei rifiuti solidi urbani! Non c’entrano un bel niente con questo problema! Il problema sono i rifiuti industriali: uno su cinque è il problema dei rifiuti urbani, quattro su cinque invece sono i rifiuti industriali. Se non interveniamo lì, facciamo retorica.

D. - Libera ha sempre parlato molto chiaro, ha sempre parlato ad alta voce. Voi come riuscite a muovervi sul territorio?

R. – Noi siamo collegati al vasto movimento che ha animato la protesta e anche la proposta rispetto al fenomeno fuochi e veleni. Dire solo “fuochi” è parlare di un aspetto, di una parte del problema. Siamo legati e siamo parte di questo movimento e ovviamente con la nostra sensibilità proviamo a dare un contributo a questo movimento che è cresciuto tantissimo, che ha coinvolto soprattutto la Chiesa del territorio, a partire da alcuni luoghi in particolare, e mi riferisco alla diocesi di Aversa, a don Patriciello, ma anche al vescovo Spinillo, che sono stati artefici e promotori di un movimento molto vasto, che lo scorso novembre ha portato 200 mila persone in Piazza del Plebiscito a Napoli. Sabato prossimo, il 27, nell’ambito della Giornata della salvaguardia del Creato ci saranno degli appuntamenti molto importanti di carattere regionale ed anche nazionale di riflessione, di studio, di approfondimento su queste cose. Noi diamo il nostro contributo e proviamo a dare una mano a tutti quelli che si impegnano per evitare che tutto sia semplicemente una protesta. La protesta è necessaria, ma la dobbiamo saper accompagnare anche con una spinta forte al movimento, affinché riesca a proporre soluzione e a rivendicare soluzioni e interventi. Protestare soltanto per protestare non serve a niente!








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