2014-09-24 12:13:00

Summit sul clima, card. Parolin: "Imperativo morale ad agire"


Quando si affronta la questione dei cambiamenti climatici, c’è un “imperativo morale ad agire”. Questa la riflessione del segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, a New York per il Summit sul clima, nell’ambito della 69.ma Assemblea generale dell’Onu. Il servizio di Giada Aquilino:

Noi tutti abbiamo “la responsabilità” a custodire e valorizzare il Creato per il bene della nostra e delle future generazioni. Il cardinale Parolin ha ricordato come vi sia “ormai un consenso scientifico piuttosto consistente sul fatto che il riscaldamento del sistema climatico, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, sia inequivocabile”. Studi scientifici sottolineano “i grandi rischi e i costi socioeconomici dell’inerzia dell’azione umana di fronte a tale problema”. Ma trent’anni di approfondite ricerche hanno fatto emergere una “sempre più forte consapevolezza che l’intera comunità internazionale è parte di un’unica interdipendente famiglia umana”.

“There is no room…
Non vi è spazio per quella globalizzazione dell’indifferenza, per quell’economia dell’esclusione, per quella cultura dello scarto così spesso denunciate da Papa Francesco”.

Il porporato ha quindi tracciato un percorso da seguire “se davvero - ha proseguito - vogliamo essere efficaci” nelle azioni per contrastare il cambiamento climatico:

“We must implement a collective response…
E’ necessario attuare una risposta collettiva basata su quella cultura della solidarietà, dell’incontro e del dialogo, che dovrebbe essere alla base delle normali interazioni all’interno di ogni famiglia e che richiede la piena, responsabile e impegnata collaborazione da parte di tutti, secondo le proprie possibilità e circostanze”.

Il cardinale Parolin ha quindi fatto proprio il concetto della protezione dell’ambiente in cui viviamo, già richiamato dalle Nazioni Unite: “gli Stati membri - ha sottolineato - hanno una responsabilità comune” di adottare misure di adattamento, di mitigazione e di condivisione di “tecnologie e ‘know-how’”. D’altra parte, ha aggiunto, le basi tecnologiche e operative necessarie “sono già disponibili o alla nostra portata” per “alleviare gli effetti del cambiamento climatico” e lottare contro la povertà, obiettivi questi “tra di loro concatenati”:

“Market forces alone, especially…
Le sole forze di mercato, specie se prive di un adeguato orientamento etico, non possono però risolvere le crisi interdipendenti concernenti il riscaldamento globale, la povertà e l’esclusione. La sfida più grande risiede nella sfera dei valori umani e della dignità umana”.

Alla base di ogni risposta politica complessa, ha detto ancora il cardinale segretario di Stato, “devono essere chiare le motivazioni etiche che la orientano”, consolidando “una profonda e lungimirante reimpostazione dei modelli di sviluppo e degli stili di vita, per correggerne le numerose disfunzioni e distorsioni”: ciò - ha ricordato – “è richiesto anche dalle numerose crisi che l’attuale società sta vivendo in ambito economico, finanziario, sociale, culturale ed etico”. Sollecitata quindi “un’autentica svolta culturale”. “Lo Stato della Città del Vaticano, per quanto piccolo, sta compiendo - ha informato - sforzi significativi per ridurre il suo consumo di combustibili fossili, realizzando progetti di diversificazione e di efficienza energetica”.

E, ha assicurato il porporato, “sono molte le istituzioni educative cattoliche, così come le Conferenze episcopali, le diocesi, le parrocchie e le Ong di ispirazione cattolica impegnate” in tale campo, “nella convinzione che il degrado della natura è direttamente legato alla cultura che plasma la coesistenza umana”: il rispetto dell’ecologia ambientale è d’altro canto strettamente legato al “ rispetto dell’ecologia umana nella società”:

“The Holy See attaches great importance…
La Santa Sede attribuisce grande importanza alla necessità di diffondere un’educazione alla responsabilità ambientale che cerchi anche di tutelare le condizioni morali per un’autentica ecologia umana”.

L’impegno è dunque quello ad “un profondo rinnovamento culturale e una riscoperta dei valori fondamentali su cui edificare un migliore futuro dell’intera famiglia umana”. La Santa Sede, ha concluso il cardinale Parolin, “si impegna in tale direzione, affinché in questo ambito la comunità internazionale venga guidata dall’imperativo etico di agire, ispirato dai principi di solidarietà e di promozione del bene comune, nella consapevolezza che - come ha scritto Papa Francesco nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium - ‘la dignità di ogni persona umana e il bene comune sono questioni che dovrebbero strutturare tutta la politica economica’”.

Dagli interventi al Summit dell’Onu, è emerso un generale appello alla comunità internazionale per l’assunzione di responsabilità riguardo al riscaldamento globale in atto. Un invito ai 120 leader mondiali (assenti Cina e India) ad agire per combattere l'emergenza è giunto dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon: “chiedo a tutti i governi di impegnarsi per un accordo universale sul clima a Parigi nel 2015 e di fare la loro parte per limitare l'aumento della temperatura globale a meno di 2 gradi”, ha detto. “Il nostro clima sta cambiando molto più velocemente dei nostri sforzi per affrontarlo. E' la minaccia numero uno del secolo”, ha quindi sottolineato il presidente statunitense Barack Obama, ricordando che nessun Paese è immune dal cambiamento: “Stati Uniti e Cina - ha aggiunto - hanno la responsabilità di guidare il mondo nella lotta” al surriscaldamento.








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