2014-09-24 16:39:00

Lord Patten: media vaticani sempre più efficaci al servizio del Vangelo


Si è conclusa la prima riunione della Commissione sui media vaticani, presieduta da Lord Chris Patten. L’incontro si è tenuto dal 22 al 24 settembre a Casa Santa Marta. Al termine dei lavori, Philippa Hitchen ha sentito lo stesso Lord Patten:

R. – All of us as Christians and catholics…
Tutti noi come cristiani e cattolici siamo consapevoli del messaggio meraviglioso della Chiesa - di riconciliazione, d’amore, di speranza, di generosità di spirito - e della nostra responsabilità nel cercare di comunicarlo il più possibile. Naturalmente quelli che sono in prima linea per questo compito sono i giornalisti professionisti e quelli che li aiutano qui in Vaticano. Quello che ci colpisce fortemente tutti, come cattolici, è che Sua Santità stesso sia uno straordinario comunicatore. Ci fa capire quanto debbiamo fare noi, per usare una frase sportiva, per alzare il tiro. In aggiunta a questo, c’è una questione che è rilevante per tutti i media e che io ho incontrato nella mia esperienza: i media devono cercare di tenersi sempre al passo con la tecnologia che cambia. Se ne capisce l’entità, per esempio con i giovani, che ricevono informazioni in modi molto differenti dal mio, che le ricevo in maniera tradizionale. Non significa che non siano informati, significa che si informano in maniera diversa. Quindi c’è questo aspetto in più nel nostro lavoro: considerare come i media vaticani debbano tenere il passo con i cambiamenti della tecnologia. Non significa che tutte le vecchie tecnologie siano irrilevanti. Per esempio, tutti noi sappiamo quanto ancora sia importante la radio ad onde corte nel comunicare con alcuni dei gruppi più poveri del mondo, in modo particolare in Africa e in Asia. Tutti noi sappiamo quanto le persone tendano a credere a quello che sentono, per esempio, da alcune radio locali, che va ben oltre quello che sono preparati a credere dalle autorità pubbliche. Quindi nessuno di noi del gruppo di esperti con cui sto lavorando pensa che si possa semplicemente dimenticare quello che è stato fatto nel passato. Ma bisogna assicurarsi che le differenti istituzioni lavorino insieme e che si prenda in considerazione, per essere più efficaci, tutta la nuova tecnologia. E noi dobbiamo assicurarci che il messaggio meraviglioso che la Chiesa cattolica ha da offrire sia offerto in modo che possa raggiungere i giovani, i poveri ed altri gruppi, nel modo più efficace.

D. – Si parla della necessità di tagliare i costi…

R. – This is about being more effective...
Questo significa essere più efficaci e non c’è niente di sbagliato nel tentativo della Chiesa di usare i soldi donati dai fedeli nella maniera più efficace possibile. Siamo guidati da una preoccupazione morale, per comunicare meglio. Se, comunicando meglio, non spendiamo molti soldi, in un ambito come in un altro, se si usano meglio le risorse, questo è magnifico. Noi vogliamo assicurarci che le risorse vaticane, che non sono illimitate, siano usate nella maniera più efficace possibile, e che le persone prendano delle decisioni razionali su come spendere i soldi.

D. – A proposito di tagli, prevede quello che succederà?

R. – I can’t really, because we just…
Non posso in realtà, perché questo è stato il nostro primo incontro. Sono assolutamente determinato sul fatto che dovremmo concludere questo processo, giustamente, nel modo più rapido possibile. E cercheremo di presentare il nostro lavoro al cardinale Pell, al segretario di Stato e agli altri collaboratori, entro la prossima primavera. Parleremo con la Radio Vaticana, parleremo con l’Osservatore Romano, parleremo con il Ctv, parleremo con altri che fanno parte dei media vaticani, e continueremo questo processo da novembre fino a dicembre. Vogliamo anche ascoltare altri fuori: le Conferenze episcopali, i giornalisti che si occupano di Vaticano e delle sue attività e chiederemo alla gente se c’è qualcosa che vuole dirci, per comunicarlo a mons. Paul Tighe, che è il nostro segretario. Cercheremo di essere più aperti possibile. Quello che non voglio fare è impegnare me stesso in una sorta di radiocronaca di quello che stiamo facendo, perché sarebbe estremamente ingiusto. C’è sempre un pericolo reale nel far trapelare delle informazioni che confondono o preoccupano. Quindi, non rilascerò un’intervista ogni volta che avremo un incontro. Quello che voglio dire all’esterno è che saremo aperti verso quello che le altre persone hanno da dirci; saremo molto decisi nel cercare di concludere questo processo in breve tempo; e speriamo di anticipare alcune proposte che riconoscono la particolare importanza di quello che la Chiesa comunica e il modo in cui può meglio comunicare il suo messaggio nel XXI secolo.

D. – Dimettendosi dalla Bbc ha detto che il lavoro è stato dieci volte più difficile di quello che si aspettava. Come valuta il lavoro qui in Vaticano …

R. – I don’t think it’s going to be as difficult...
Non penso che sarà così difficile come quello alla Bbc o come altri lavori che ho fatto. La sfida alla Bbc stava nel fatto che ero il regolatore, ma non avevo responsabilità esecutive. Questo significava inevitabilmente che venivo accusato quando le cose andavano male, e non voglio trovare scuse, per ciò di cui non ho responsabilità. Questo è stato, occasionalmente, abbastanza scocciante. Ma che mi sia stato chiesto di fare questo è un onore e in particolare di lavorare con persone così illustri, che conoscono i media cattolici molto meglio di me. Io, però, sono stato il direttore di un giornale nazionale nel Regno Unito e il capo della Bbc Trust. Conosco molto di più del mondo mediatico globale, perché ho visto molto di quello che sta accadendo…








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