2014-09-24 08:34:00

Clima, vertice Onu a New York: interventi di Obama e card. Parolin


Il clima della Terra non migliora, nonostante i numerosi accordi adottati a livello internazionale. Per salvaguardare il Pianeta dai cambiamenti climatici il Pianeta occorre un impegno comune a lungo termine. Se ne è parlato ieri al Palazzo di Vetro all’Onu, a margine della 69^ Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In evidenza gli interventi del presidente americano Obama e del segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin. Da New York, Elena Molinari:

Al Palazzo di vetro circolavano ieri i dati elaborati dal Global Carbon Project, secondo i quali le emissioni di biossido di carbonio non accennano a diminuire. Il segretario di Stato vaticano, Cardinale Pietro Parolin, ha sottolineato nel suo intervento l’imperativo morale ad agire perché tutti abbiamo la responsabilità di proteggere il creato per il bene di questa e delle future generazioni. Citando Papa Francesco, il cardinale ha evidenziato l’importanza di “proteggere il nostro ambiente che troppo spesso sfruttiamo con avidità”. Per farlo, il segretario ha citato la necessità di avviare un’autentica trasformazione culturale, attraverso sforzi formativi ed educativi. Il presidente americano ha ricordato ai leader riuniti a New York che “siamo la prima generazione a sentire l’impatto del riscaldamento globale ma l’ultima che può fare qualcosa per fermarlo”. "Un tempo lontana, la minaccia del clima è nel presente, e nessuna nazione ne è immune”, ha commentato Obama, chiedendo alla comunità internazionale un accordo sul clima "ambizioso, inclusivo e flessibile". 

Il summit sul clima è stato convocato per tentare di raggiungere, entro il 2015, un accordo sui cambiamenti climatici. Nell’occasione, è stata presentata al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon una dichiarazione del Vertice interreligioso sui cambiamenti climatici, svoltosi nei giorni scorsi sempre a New York, in cui si sottolinea che “il cambiamento climatico è davvero una minaccia per la vita, un dono prezioso che abbiamo ricevuto e che dobbiamo difendere” e si sollecita un impegno fattivo di tutti i Paesi dell’Onu in materia di clima. Stefan von Kempis ha intervistato padre Michael Czerny, rappresentante del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e tra i firmatari del testo:

R. – Le tradizioni di fede delle diverse religioni del mondo, come parte della realtà umana, devono far fronte alla sfida del clima, dell’ambiente, del tempo e di tutti i nuovi pericoli. E, benché le varie tradizioni non siano totalmente d’accordo sull’origine o sul destino dell’essere umano e dell’universo, come parte della famiglia umana bisogna unirsi e chiedere ai leader politici di prendere buone decisioni.

D. – Qual è la novità dell’impegno interreligioso per la protezione dell'ambiente?

R. – Abbiamo già avuto una serie di incontri sul clima. Il primo è stato a Copenhagen nel 2009, dopo a Cancún, in Messico, nel 2010, poi a Durban, in Sudafrica, nel 2011. Questi incontri non ci hanno portato a decisioni definitive. Adesso, c’è una nuova unità tra le religioni del mondo che riconoscono l’urgenza di far fronte comune davanti alle sfide. Così, a New York, le varie tradizioni religiose hanno prodotto una dichiarazione unitaria per spingere la leadership politica a livello mondiale a prendere delle decisioni per avviare un migliore processo di responsabilità sul clima e sull’ambiente.

D. – Parlando del cambiamento climatico, qual è la posizione della Chiesa e della Santa Sede?

R. – La Santa Sede e la Chiesa cattolica partecipano a questo incontro interreligioso perché siamo tutti a conoscenza dell’urgenza della situazione e del bisogno di rispondere insieme come comunità umana. Questa responsabilità è parte della tradizione della Chiesa e la Dottrina sociale ci insegna che siamo responsabili, che dobbiamo prenderci cura delle cose che il Creatore ci ha affidato, che i beni della Creazione sono destinati all’uso di tutti. Bisogna essere coscienti delle generazioni future, non soltanto della nostra situazione: bisogna assicurare il futuro delle prossime generazioni e l’ambiente in cui loro vivranno, nonostante siano decisioni da prendere adesso.








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