2014-09-24 14:25:00

Vescovi croati: nel referendum sul sistema elettorale tutelare la democrazia


“Non siamo contrari all’indizione di un referendum sul sistema elettorale croato, se esso contribuisce in modo fruttuoso alla democrazia”: lo scrive la Commissione Giustizia e pace dei vescovi croati, guidata da mons. Vlado Košic, in una nota diffusa in questi giorni.

Nel documento, i presuli fanno riferimento all’iniziativa popolare “In nome della famiglia” che ha lanciato una raccolta firme per indire un nuovo referendum volto ad introdurre, nel Paese, un sistema elettorale basato sul voto preferenziale. Intitolata “Scegliamo i deputati per nome e cognome”, la raccolta firme proseguirà fino al 5 ottobre. La Chiesa di Zagabria, dunque, non si dice contraria a tale proposta di referendum, purché esso “non infranga le leggi ed i regolamenti dello Stato e, soprattutto, non violi i valori cristiani, parte importante della cultura croata”. Per questo, viene data la possibilità di raccogliere firme anche davanti alle Chiese.

Ad ogni modo, i presuli esortano “i fedeli ed i cittadini ad informarsi bene sulla questione, esaminando le soluzioni proposte e decidendo come votare, secondo coscienza”. “Senza entrare nel merito del referendum – sottolineano ancora i vescovi croati – respingiamo comunque la possibilità di porre una moratoria sulle consultazioni popolari nel Paese, perché ciò significherebbe la sospensione dell’ordine politico democratico e sarebbe contrario alla Costituzione della Repubblica croata”.

La Commissione Giustizia e pace ribadisce, inoltre, l’importanza della “libertà dei mass media”, chiedendo alle autorità di “promuoverne l’indipendenza, la libertà e la responsabilità, siano essi sia pubblici che privati”, così che possano restare lontani da “pressioni ed interferenze” da parte di “individui singoli e istituzioni”. Al contempo, ai funzionari pubblici viene richiesto di essere “virtuosi ed attenti all’interesse comune e non a quello privato”.

Infine, i vescovi di Zagabria affrontano la delicata questione dei bunjevci: minoranza di religione cattolica arrivata nel XVII secolo dall'Erzegovina e dalla Dalmazia nell'attuale Vojvodina, provincia autonoma serba, per Zagabria essi fanno parte a pieno titolo della popolazione croata. La Serbia, invece, li considera “un popolo autoctono né croato, né serbo”. Un fatto “doloroso” e “inaccettabile”, dicono i vescovi croati, chiedendo alle autorità di Zagabria di “intervenire per far sì che i croati in Serbia si vedano garantiti gli stessi diritti delle minoranze serbe in Croazia”. “I diritti umani sono universali – concludono i presuli – ed è dovere ed obbligo delle autorità averne cura, affinché siano rispettati ed implementati”. (I.P.) 
 








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