2014-09-25 14:19:00

Il Papa incontra vittime ed ex-membri di gruppi armati colombiani


Una grande esperienza di perdono e di commozione: è stata quella vissuta ieri  - al termine dell’udienza generale – dal piccolo gruppo composto da vittime ed ex appartenenti a gruppi armati della Colombia quando hanno potuto avvicinare Papa Francesco e scambiare parole di affetto. A guidarli il direttore dell’ Agenzia colombiana per la Reintegrazione, Alejandro Éder, che si occupa proprio di agevolare il reinserimento sociale di persone che abbandonano la guerriglia. Il servizio di Debora Donnini:

Non smettere mai di lavorare per la pace. E’ questo il messaggio di Papa Francesco rimasto impresso nel cuore dei colombiani che lo hanno incontrato e che hanno vissuto, come vittime o come ormai ex-appartenenti a gruppi armati, un conflitto che insanguina la Colombia da quasi mezzo secolo. Sandra Gutierrez Jaramino ha perduto alcuni parenti a causa delle Farc ed è stata lei stessa rapita dai paramilitari. Il Papa le ha assicurato che prega per la Colombia, racconta la donna che parla della sua esperienza di perdono:

R. – "Yo ya perdonè...
Io ho già perdonato. Non ho avuto bisogno che mi chiedessero perdono, perché il perdono si dà così, come un regalo. Come Dio lo ha dato a noi, anch’io lo do: Dio mi ha regalato un perdono che non ho meritato e io perdono i miei aggressori".

E il perdono ritorna nelle parole di Cristina che ha fatto parte di un gruppo armato. Parlando dell’incontro con il Papa la donna dice: “il mio obbiettivo era chiedere perdono”. Cristina, infatti, un giorno non ce l’ha fatta più della violenza ed è fuggita, ha capito che la guerra non costruisce la pace:

R. – "La guerra es muy dura...
La guerra è molto dura: vedere i morti, vedere l’uccidersi tra colombiani. Quindi, in quel momento, io mi sono detta: 'No, mi trovo nel posto sbagliato, non sto lavorando per la pace del Paese come credevo'. E ho deciso che lavorare per la pace del Paese significava andarmene e farlo senza armi”.

Anche Regis diversi anni fa ha lasciato un gruppo armato. Ha capito che non poteva continuare quella vita quando durante un bombardamento in cui hanno perso la vita diverse persone, un bambino di 12 anni gli è morto fra le braccia. Profondamente toccante anche per lui è stato quel breve momento di incontro con il Papa:

R. – "Fue algo especial, maravilloso...
E’ stato qualcosa di speciale, di meraviglioso. E’ stato qualcosa che mai avevo sognato di poter realizzare. Nella mia vita, davvero, mai avevo pensato di poter stare qui e tanto meno di vedere Papa Francesco così da vicino".

Uno spazio di riconciliazione fondamentale quello di ieri, dice Alejandro Éder, che nel suo lavoro affronta quotidianamente le difficoltà del reinserimento degli ex-appartenenti a gruppi armati.








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