2014-09-25 11:43:00

Vescovi Usa: pace in Terra Santa è possibile


La pace tra palestinesi e israeliani “è possibile” e la via giusta per raggiungerla resta la soluzione dei “due Popoli, due Stati”. È quanto afferma la Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb) nel comunicato diffuso al termine del recente Pellegrinaggio compiuto in Terra Santa dalla delegazione di vescovi guidata da Richard E. Pates. Una visita di una settimana durante la quale i presuli americani hanno incontrato il personale delle diverse opere caritative cattoliche impegnate negli aiuti alla popolazione colpita dal conflitto, esponenti politici israeliani e palestinesi - tra i quali l’ex presidente d’Israele Shimon Perez e il Primo Ministro della Palestina Rami Hamdallah - e hanno pregato insieme ai leader religiosi ebraici, cristiani e musulmani. “Non esiste alcuna soluzione militare al conflitto. Al contrario la violenza delle due parti mina la fiducia necessaria per raggiungere la pace: la violenza semina sempre altra violenza e terrore”, si legge nella nota, nella quale si sottolinea la “potenza della preghiera”, che è stato il filo conduttore del pellegrinaggio. Nel corso degli incontri e delle visite nelle varie località israeliane e dei Territori Occupati, i presuli statunitensi hanno potuto toccare con mano il dramma vissuto dai due popoli e le conseguenze materiali e morali della guerra, ma anche l’impegno delle tante persone di buona volontà, israeliane e palestinesi, che aspirano alla pace. Nel comunicato i vescovi si dicono colpiti dai tanti “segni di contraddizione” che continuano ad ostacolare l’avvio di un qualsiasi processo di pace in questa terra martoriata: dai muri di separazione tra Israele e i territori palestinesi, all’espansione delle colonie ebraiche, alla divisione di Gerusalemme, alle  pesanti conseguenze economiche dell’occupazione e delle restrizioni alla libertà di movimento. A preoccuparli è soprattutto la situazione dei cristiani palestinesi. Il tasso di emigrazione nella comunità cristiana – rileva il comunicato - ha raggiunto ormai livelli “allarmanti”: la guerra e l’occupazione li stanno costringendo ad emigrare. La nota conclude con una nota di speranza,  anche se - afferma - dopo l’ultima guerra di Gaza essa diventa sempre più sottile: “Ci è stato detto che la Terra Santa è la terra dei miracoli. Il miracolo di cui abbiamo bisogno è la trasformazione dei cuori umani che renda meno sordi alle ragioni dell’altro”. (L.Z.)








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