2014-09-26 17:53:00

Card. Ravasi: Chiesa sul crinale tra principi permanenti e adattamenti alla storia


"La Chiesa cammina sempre nell’interno della sua avventura storica su un crinale: da un lato ha dei principi che sono permanenti, luminosi, eterni e infiniti, che partecipano della verità e questi principi naturalmente permangono, devono permanere; dall’altra parte, però, non dobbiamo dimenticare che i principi sono per gli uomini, cioè per le persone, per la vicenda umana e come tali perciò portano anche, incarnandosi, il peso della contingenza, cioè il peso della quotidianità e della storia". Così ai nostri microfoni il cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio della Cultura, il dicastero vaticano che fino a domenica 28 settembre organizza e promuove, in collaborazione con l'Università di Bologna, il Cortile dei Gentili "Sul Tempo". 

"Per questo motivo - avverte il presule - bisogna che la Chiesa ininterrottamente veda che essi scendono, si impolverano anche qualche volta, ma necessariamente devono essere lampada, luce che illumina il cammino della storia: quindi con mutamenti, con variazioni, con una attenzione alla domanda, alle interrogazioni che l’umanità ininterrottamente fa attraverso i secoli.

Ivano Dionigi, Rettore dell'Ateneo bolognese, mette in guardia sul "rischio delle società contemporanee di una sorta di provincialismo del tempo, preoccupati come siamo - spiega - a superare il provincialismo dello spazio. Oramai questa è una frontiera acquisita, con la rete, con la globalizzazione, coi viaggi. Dobbiamo vivere immersi nel presente ma proiettati verso un aldilà dopo di noi, in virtù di quel Cristianesimo che ha inventato la speranza".

Proprio sulle modalità di vivere il tempo da parte del cristiano il cardinale Ravasi insiste: "Dio non è relegato nei cieli della sua trascendenza soltanto: entra nella storia. E’ per questo che l’eternità è già un po’ nell’interno del presente e che la vita di grazia è in pratica iniziare già a vivere la vita della pienezza. Dio non è remoto e astratto, e il credente per raggiungere Dio non deve decollare dalla realtà verso cieli mitici e misticoidi; deve invece vivere nell’interno del presente - ecco l’impegno morale, l’impegno esistenziale - perché Dio lì si rivela. La fedeltà all’oggi diventa fondamentale. I quadri di Chagall, per esempio, sono significativi in questo senso perché mettono i profeti, Davide, Dio stesso nella quotidianità: questa è l’anima del messaggio biblicoOgni nostro momento ha in sé una apparizione forse di Dio, che non dobbiamo lasciar morire, spegnere. La grande malattia, soprattutto della nostra società, la società contemporanea, è l’indifferenza, la superficialità."








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