2014-09-26 15:54:00

Iraq. Kaiciid: no a violenze commesse in nome della religione


Il Centro internazionale per il Dialogo interreligioso e interculturale Re Abdullah bin Abdulaziz (KAICIID), con sede a New York, ha diffuso ieri una dichiarazione di principi, firmata dai ministri degli Esteri di Austria, Arabia Saudita e Spagna e da padre Miguel Angel Ayuso Guixot, M.C.C.J., segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, nella sua qualità di osservatore della Santa Sede, per affrontare in modo unitario, la violenza e la crisi umanitaria nel nord dell'Iraq, in Siria e in altre parti del mondo.

La dichiarazione, intitolata “Di fronte al conflitto”, è stata approvata all'unanimità dal Consiglio di Amministrazione del KAICIID che rappresenta le principali religioni del mondo: buddismo, cristianesimo, induismo, islam e giudaismo.

“Crediamo – si legge nel testo – nella sacralità della vita e nell'intrinseca dignità della persona umana. Riteniamo che la religione favorisca il rispetto e la riconciliazione, riteniamo che il dialogo fra persone di diverse religioni e culture sia la via verso una pace duratura e la coesione sociale.

Riaffermiamo gli obiettivi e i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, in particolare il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Tali diritti universali e inalienabili di tutti i membri della famiglia umana, sono il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”.

Il KAICIID condanna inoltre “tutte le forme violente di conflitto, ancor più le violenze commesse in nome della religione, e chiediamo la fine delle ostilità. Deploriamo la perdita di tante vite umane ed elogiamo quanti si adoperano per alleviare le sofferenze e promuovere benessere, armonia e pace. Ci opponiamo alla strumentalizzazione della religione per giustificare le guerre. Condanniamo con forza – si afferma ancora – il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni, quale che ne sia l'autore, in qualunque luogo e per qualsivoglia scopo. Condanniamo i discorsi carichi d'odio e gli estremismi che incitano alla violenza e alimentano l pregiudizi”.

Il KAICIID, si legge nel testo,  “combatte il pregiudizio e l'intolleranza, in tutte le sue forme” e si propone “di denunciare l'abuso della religione per giustificare l'oppressione, la violenza e il conflitto e mira a promuovere la risoluzione pacifica portando le parti in conflitto al tavolo del dialogo. Continuiamo a sviluppare il dialogo interreligioso e interculturale per promuovere rispetto, comprensione e cooperazione”.

“Ci proponiamo – concludono i firmatari – di promuovere il rispetto reciproco e la comprensione fra i fedeli di tutte le religioni ed i popoli di tutte le culture, in particolare per mezzo del dialogo. Guardiamoci l'un l'altro come fratelli e sorelle e, consideriamo la differenza un arricchimento piuttosto che temere la 'diversità' come una minaccia”.








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