2014-09-26 19:07:00

Is: Londra, sì ai raid in Iraq. Si combatte tra Siria e Turchia


È stato un 'sì' a larga maggioranza quello che al Parlamento britannico ha ufficializzato la partecipazione di Londra ai bombardamenti aerei internazionali contro il sedicente Stato Islamico in Iraq. Non esclusa un’estensione delle operazioni anche in Siria, dove intanto gli estremisti islamici avanzano verso il confine turco. Il servizio di Giada Aquilino:

E’ il fronte turco-siriano quello più caldo: attorno alla cittadina di Kobane non si fermano gli scontri armati fra jihadisti del sedicente Stato Islamico (Is) e forze curde, a cui si sono uniti centinaia di altri curdi che - dalla Turchia - hanno forzato la barriera di protezione al confine. La coalizione internazionale, che nelle ultime ore ha bombardato i campi di petrolio siriani sotto il controllo dell’Is, incassa il 'sì' del Parlamento britannico all’operazione in Iraq. Il premier David Cameron a Westminster ha spiegato come quella in Iraq "sarà una missione che non durerà qualche settimana, ma anni". I jet della Raf sono pronti ad entrare in azione: alcuni sono già posizionati a Cipro. A proposito dell'accresciuto rischio di attacchi in Europa, in rappresaglia ai raid aerei contro l’Is, il coordinatore antiterrorismo dell'Ue, Gilles de Kerchove, ha parlato di oltre 3 mila combattenti europei che attualmente militano nei gruppi jihadisti. In Spagna, 9 persone sono state arrestate con l’accusa di appartenere ad una cellula collegata all’Is. Intanto è nuovamente allarme estremisti islamici nelle Filippine, dove i miliziani di Abu Sayyaf minacciano di uccidere due ostaggi tedeschi se la Germania non ritirerà l'appoggio ai raid in Siria e Iraq. Tra le richieste, anche il pagamento di un riscatto. Immediata la condanna delle autorità di Berlino e Manila. Anche in Afghanistan i talebani, in un attacco costato la vita ad un centinaio di civili nella provincia orientale di Ghazni, hanno annunciato la decapitazione di quindici persone.

 

Intanto, all’Assemblea generale dell’Onu, il presidente iraniano, Rohani, punta il dito contro l’Occidente: “I jihadisti vogliono distruggere la civiltà - ha detto - ma la colpa è della errata politica in Medio Oriente”. Sulla posizione iraniana, Giancarlo La Vella ha intervistato Riccardo Redaelli, dell’Università Cattolica di Milano:

R. – L’Iran è il nemico per eccellenza dell’Is e dell’estremismo violento sunnita. Quindi, l’Iran è un alleato naturale dell’Occidente. Ma, ovviamente, ha anche molta acrimonia, perché l’Occidente lo ha a lungo considerato il principale problema del Medio Oriente e quindi Teheran lo accusa anche di aver tollerato troppo l’estremismo sunnita, soprattutto in Siria. Infine, l’Iran parla in modo così duro, soprattutto a uso interno, per non irritare i conservatori, che sono contrari a ogni avvicinamento con l’Occidente. Ma noi sappiamo che in realtà, da tempo, Iran e Stati Uniti, Iran e Paesi occidentali stanno collaborando in Iraq a vantaggio dei curdi, pressati dal terrorismo jihadista.

D. – La posizione di Teheran ha qualche collegamento con il negoziato in corso sul nucleare iraniano?

R. – Assolutamente sì. Gli iraniani erano stati messi molto sulla corda, sulla difensiva, a livello di negoziati nucleari, soprattutto per le terribili sanzioni finanziarie che hanno colpito la loro economia. Ora, dato che sono anche negoziatori molto duri, credo cerchino di approfittare delle difficoltà occidentali e del fatto che è emersa la responsabilità del mondo sunnita, vicino al terrorismo jihadista, per ottenere qualcosa di più.

D. – Intanto, sul fronte della lotta all’Is basterà neutralizzare le raffinerie dei jihadisti per limitarne l’operatività?

R. – Assolutamente no. Se ne parla poco in questi giorni di bombardamenti, ma le cose non stanno andando benissimo. I curdi sono in estrema difficoltà. Gli americani stanno bombardando in Siria, ma hanno alleggerito i bombardamenti in Iraq. Le forze armate irachene, che veramente risultano disastrose in battaglia, hanno perduto un’altra roccaforte nell’Iraq centrale. Dunque, non bastano questi bombardamenti e sicuramente non basta colpire le raffinerie.








All the contents on this site are copyrighted ©.