2014-09-26 13:16:00

Nuovi attacchi contro l'Is. Cameron: continueranno per anni


Proseguono i raid aerei della coalizione internazionale, guidata dagli Usa, sui campi di petrolio controllati dai jihadisti nelle province siriane di Deir Ezzor e Hasakeh. Il Pentagono fa sapere che la maggior parte delle raffinerie controllate dal sedicente Stato Islamico in Siria, con un ricavo presunto di circa 2 milioni di dollari al giorno, è ora inutilizzabile. Da parte sua, il premier britannico Cameron ha detto che quella in Iraq "sarà una missione che non durerà qualche settimana, ma anni. Bisogna essere pronti a questo impegno". Cameron ha aggiunto che l'intervento è "del tutto legale" in quanto risponde a una richiesta irachena. "E' moralmente giusto quindi agire – ha detto - e agire adesso”. Secondo il coordinatore europeo contro il terrorismo, De Kerchove, intervistato dalla Bbc, sarebbero "più di 3.000" gli europei che si sono uniti all'Is in Siria e Iraq. De Kerchove mette in guardia dal rischio che i raid aerei scatenino attentati per rappresaglia in Europa. 

Dal canto loro, i fondamentalisti, nella città irachena di Tikrit, hanno distrutto la moschea di Al Arbain e la Chiesa Verde, risalente al VII secolo, simbolo della cristianità in Iraq. Intanto, all’Assemblea generale dell’Onu, il presidente iraniano, Rohani, punta il dito contro l’Occidente: “I jihadisti vogliono distruggere la civiltà – ha detto – ma la colpa è della errata politica in Medio Oriente”. Sulla posizione iraniana, Giancarlo La Vella ha intervistato Riccardo Redaelli, dell’Università Cattolica di Milano:

R. – L’Iran è il nemico per eccellenza dell’Is e dell’estremismo violento sunnita. Quindi, l’Iran è un alleato naturale dell’Occidente. Ma, ovviamente, ha anche molta acrimonia, perché l’Occidente lo ha a lungo considerato il principale problema del Medio Oriente e quindi Teheran lo accusa anche di aver tollerato troppo l’estremismo sunnita, soprattutto in Siria. Infine, l’Iran parla in modo così duro, soprattutto a uso interno, per non irritare i conservatori, che sono contrari a ogni avvicinamento con l’Occidente. Ma noi sappiamo che in realtà, da tempo, Iran e Stati Uniti, Iran e Paesi occidentali stanno collaborando in Iraq a vantaggio dei curdi, pressati dal terrorismo jihadista.

D. – La posizione di Teheran ha qualche collegamento con il negoziato in corso sul nucleare iraniano?

R. – Assolutamente sì. Gli iraniani erano stati messi molto sulla corda, sulla difensiva, a livello di negoziati nucleari, soprattutto per le terribili sanzioni finanziarie che hanno colpito la loro economia. Ora, dato che sono anche negoziatori molto duri, credo cerchino di approfittare delle difficoltà occidentali e del fatto che è emersa la responsabilità del mondo sunnita, vicino al terrorismo jihadista, per ottenere qualcosa di più.

D. – Intanto, sul fronte della lotta all’Is basterà neutralizzare le raffinerie dei jihadisti per limitarne l’operatività?

R. – Assolutamente no. Se ne parla poco in questi giorni di bombardamenti, ma le cose non stanno andando benissimo. I curdi sono in estrema difficoltà. Gli americani stanno bombardando in Siria, ma hanno alleggerito i bombardamenti in Iraq. Le forze armate irachene, che veramente risultano disastrose in battaglia, hanno perduto un’altra roccaforte nell’Iraq centrale. Dunque, non bastano questi bombardamenti e sicuramente non basta colpire le raffinerie.








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