2014-09-27 15:26:00

Algeria. Giovani a "Scuola della differenza" dei Padri Bianchi


Giovani africani di diverse religioni e nazionalità fino a domani a Tlemcen, in Algeria, si confronteranno su temi di attualità, vivranno momenti ricreativi, svilupperanno atelier alla “Scuola della differenza”. Giunta alla quarta edizione, l’iniziativa nasce da un’idea di padre José Cantal, della Congregazione dei Padri Bianchi, e vuole promuovere la diversità come esperienza di arricchimento. Tiziana Campisi ha raggiunto telefonicamente padre Cantal e al suo microfono offrono anche le loro testimonianze una burundese ed una algerina:

R. – La scuola della differenza è un’esperienza educativa nuova in Algeria. Siamo alla quarta edizione. E’ un’esperienza per educare positivamente alla differenza tra i giovani musulmani e cristiani.

D. – Come è organizzata questa settimana?

R. – Nella settimana abbiamo ogni giorno un tema. Per esempio, i diritti umani, l’ecologia, il rispetto degli altri… Abbiamo testimonianze di persone che hanno esperienze originale in Algeria e ogni giorno c’è un’ora di silenzio e di preghiera: i musulmani in una sala e i cristiani in un’altra. Dopo quest’ora, ci sono interscambi spirituali.

D. – Chi sono i giovani che scelgono di vivere questa settimana?

R. – Algerini tra i venti e i trent’anni, di differenti regioni del Paese e anche studenti dell’Africa nera, universitari in Algeria, per esempio del Burundi, del Camerun, della Guinea, del Burkina Faso…

D. – Quali frutti ha dato nel corso di questi anni la scuola della differenza?

R. – Sono certo che durante questa settimana, l’amicizia, la relazione è intensa tra i giovani e certamente è il principio di un’avventura umana intellettuale e anche spirituale per cambiare la mentalità, le relazioni, il modo di parlare, per avere un’amicizia profonda: questa amicizia è l’inizio di un mondo migliore. Abbiamo bisogno dell’amicizia, della relazione, durante tutto l’anno.

D. – Rosine, quali sono le tue impressioni su questa settimana?

R. – E’ la prima volta che partecipo. Personalmente non ci credevo, perché di solito tra musulmani e cristiani c’è sempre stato un fossato, ma qui non si sottolinea tanto la differenza che dovrebbe separarci, né abbiamo fatto una ragione per incontrarci e unirci. È un’esperienza di solidarietà e di amicizia, ci facciamo amici. E’ impressionante come le nostre differenze diventino un’armonia e tutti comincino a conoscere l’altro, a scoprire l’altro nel rispetto: è incredibile, è straordinario!

D. – Fatima, conosci la Scuola delle differenze da quattro anni. Quali sono i tuoi ricordi più belli?

R. – Molto positiva. Ci divertiamo, impariamo l’uno dall’altro. Ho partecipato sin dall’inizio alla Scuola della differenza. E’ un momento di gioia e scopri altre culture. I miei ricordi più belli sono il rispetto e l’amore reciproco, la sincerità tra noi. Ci capiamo molto bene, nonostante ci conosciamo da poco tempo, e ci rispettiamo.








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