2014-09-28 10:40:00

L'intervento del card. Caffarra al Cortile dei Gentili a Bologna


E’ la Thorah la nota dominante di quest’ultima giornata del Cortile dei Gentili che si chiude oggi a Bologna. Nell’Aula Magna universitaria è stato mostrato per la prima volta al pubblico un’importante rotolo manoscritto del XII secolo. Ieri sera nella Basilica di San Petronio una serata spettacolo per ascoltare il tempo con musica e parole. Per noi c’era Luca Tentori:

“Come rotolo intero di uso liturgico è il più antico del Pentateuco che noi abbiamo ed è databile intorno al XII secolo”.

E’ passato un anno da quando il professor Mauro Perani, ordinario di ebraico all’Alma Mater di Bologna ha ritrovato nella biblioteca dell’Università questo antico manoscritto, conosciuto dal 1300 e famoso per la sua antichità fino al 1800, quando se ne persero le tracce dopo la deportazione napoleonica in Francia. Un documento unico e preziosissimo che oggi in una speciale installazione ha mostrato al pubblico alcuni dei suoi 36 metri di lunghezza. Diversi elementi confermano la validità di questa datazione:

“E’ scritto secondo una tradizione grafico scrittoria babilonese che poi scomparirà. E ha poi un tenore testuale vicino al Codice di Aleppo del IX secolo, ma che è andato in qualche modo perduto”.

Ieri sera invece parole e musica di artisti, scrittori, attori e poeti si sono intrecciate per raccontare il tempo sotto le scenografiche volte della Basilica cittadina di San Petronio che contiene la famosa Meridiana illustrata dell’astronomo Adriano Guarnieri:

“Tutti abbiamo la percezione che il tempo fugge, ma nonostante questa sua caratteristica il tempo è misurabile e la grande Meridiana di San Petronio ce lo attesta, perché fu il più grande strumento per la misura del tempo nel XVII secolo. Con essa Cassini, il realizzatore della Meridiana, verificò l’esattezza del calendario gregoriano che ancora oggi utilizziamo”.

E un saluto ai presenti è stato offerto anche dall’arcivescovo di Bologna, il cardinale Carlo Caffarra, che ha ricordato la peculiarità cristiana del tempo. “Il passato della fede, che narra ciò che Dio ha compiuto nel tempo - ha detto il cardinale - è sempre anche un presente, che ha in sé l’attesa di un futuro. E’ nell’istante che Dio agisce che chiede la risposta della nostra libertà”. Il “reo tempo” è divenuto “dies salutis”.








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