2014-09-28 10:00:00

Stati Uniti. I vescovi: serve azione più incisiva contro Ebola


Mentre il virus dell’Ebola continua a mietere vittime in Africa occidentale, i vescovi degli Stati Uniti chiedono all’Amministrazione americana di farsi portavoce di un’azione comune più incisiva della comunità internazionale per aiutare i Paesi colpiti a fare fronte a questa emergenza sanitaria che vede impegnata in prima linea la Chiesa.  Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono necessari almeno un miliardo di dollari e molti mesi di intensi interventi per riportare sotto controllo l’epidemia che rischia di costare la vita di centinaia di migliaia persone.

In una lettera al consigliere per la Sicurezza Nazionale, Susan Rice, il presidente  della Commissione della Giustizia internazionale e della pace della Conferenza episcopale, mons. Richard E. Pates, chiede agli Stati Uniti, che hanno già stanziato 750 milioni di dollari contro l’Ebola, di convincere, a loro volta, altri Paesi donatori ad offrire più aiuti per affrontare l’emergenza, ma anche nel lungo termine. Questo in collaborazione con la Chiesa cattolica, già presente sul terreno non solo per curare i malati, ma anche per sensibilizzare le popolazione che non si fida delle istituzioni locali.

La lettera sottolinea altresì la necessità di prepararsi anche a fare fronte all’emergenza umanitaria e alle conseguenze a lungo termine dell’epidemia che inevitabilmente avrà un impatto sulle economie e sul tessuto sociale di questi Paesi, già molto fragili. “Siamo pienamente coscienti – conclude mons. Pates – che il mondo oggi è alle prese con diversi problemi e crisi internazionali, come in Medio Oriente e in Ucraina, ma esorto la nostra grande nazione a rivolgere la sua attenzione anche alla protezione dei malati. Le vittime di Ebola sono tra le più vulnerabili del Pianeta”. (L.Z.)








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