2014-09-29 12:44:00

Afghanistan: in carica il neopresidente Ghani


Prima transizione pacifica dei poteri in Afghanistan da decenni, stamattina, a Kabul. Dopo il breve discorso di commiato del Presidente uscente Hamid Karzai, il giuramento del nuovo Capo dello Stato, Ashraf Ghani e quello immediatamente successivo di Abdullah Abdullah a capo dell’amministrazione.

Ghani, ex economista, diventato Presidente una settimana dopo essere stato dichiarato vincitore del voto del 14 giugno, ha indicato le linee-guida del suo mandato ma anche avvisato il rivale Abdullah Abdullah, ora cooptato in un difficile tandem alla guida dei 30 milioni di afghani, che non si tratta di una condivisione di poteri ma di doveri.

Abdullah Abdullah, ex ministro degli Esteri - riporta l'agenzia Misna - è tra i politici che sono stati parte della guerriglia anti-sovietica prima e delle forze opposte al potere talebano poi. Per lui, che avrebbe ottenuto il 45% delle preferenze di voto ma che non ha mai accettato i risultati riferiti dalla Commissione elettorale, accusando il rivale di brogli, ha ottenuto una carica con attribuzioni simili a quella di un primo ministro, che non esiste nell’ordinamento afghano ma che è frutto del compromesso tra i due rivali e mettere fine a un pericoloso vuoto di poteri.

Entrambi sono due moderati filo-occidentali intenzionati a rimodernare il Paese ma che si trovano davanti anzitutto la sfida dei militanti armati, cacciati dal potere e da Kabul nel 2001 e mai sconfitti nei 13 anni di guida Karzai, con forti tratti anti-occidentali e pro-Pashtun, etnia maggioritaria nel Paese e da cui provengono i talebani.

Come primo provvedimento del nuovo Capo dello Stato, ci sarà la firma – probabilmente già domani – dell’accordo che permetterà a 12.500 militari a guida americana di restare nel Paese per sostenere e preparare le forze di polizia afghana alla fine del mandato internazionale il 31 dicembre di quest’anno.

Con il graduale smantellamento delle basi Usa e Nato, arrivate fino a 800 e ora ridotte a 33, davanti all’offensiva talebana in diverse regioni, esercito e polizia afghana sono rimaste quasi sole a operare, con evidenti difficoltà.

Ampia la presenza straniera alla cerimonia, anche se relativamente qualificata. A parte il Presidente pachistano Mamnoon, il vice-Presidente indiano Ansari e il ministro per le Risorse umane Yi, le diplomazie hanno partecipato con i rappresentanti diplomatici a Kabul. (R.P.)








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