Incontro Renzi – Napolitano sulla sua partecipazione all'assemblea generale delle Nazioni Unite e sugli sviluppi prossimi dell'attività parlamentare. Nella direzione del Pd sull’articolo 18, Renzi ha detto che la riforma è indispensabile per dare risposte ai nuovi deboli. Intanto sul mercato del lavoro i sindacati non trovano l’accordo sulle forme di protesta. Giampiero Guadagni
Un voto chiaro per superare alcuni tabù. E' quanto ha chiesto il premier e segretario
del Pd Renzi aprendo la direzione del suo partito, al quale propone una profonda riorganizzazione
del mercato del lavoro e anche del sistema del welfare. Il nodo aperto resta quello
dell'articolo 18, sostanzialmente cancellato dalla legge delega all'esame dell'aula
del Senato, mantenuto solo per i casi di licenziamento discriminatorio e disciplinare.
Nel Pd si cerca fino all'ultimo una sintesi tra le posizioni della maggioranza e quelle
della minoranza. Ma il premier insiste sulla volontà di andare avanti e avverte: i
compromessi non si fanno a tutti i costi. Renzi precisa: la riforma del mercato del
lavoro l'abbiamo promessa all'Europa, ma non è questo il motivo per cui la facciamo.
Ma c'è anche una novità. Renzi si dice disponibile a riaprire il confronto con i sindacati.
Una sfida su tre punti: legge sulla rappresentanza sindacale; contrattazione di secondo
livello e salario minimo. Proprio in attesa delle scelte definitive del Pd e del Governo,
i sindacati confederali avevano in mattinata congelato l'ipotesi di mobilitazione
unitaria contro la cancellazione dell'articolo 18. Confermata soltanto la manifestazione
nazionale della Cgil il 25 ottobre.
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