2014-09-30 08:11:00

40 mila gli immigrati morti dal 2000: oltre la metà nel Mediterraneo


Almeno 40 mila nel mondo le vittime dell’immigrazione irregolare dal 2000 ad oggi. Oltre la metà hanno perso la vita nel Mediterraneo. La denuncia è dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni che afferma: è ora che la comunità internazionale si impegni a fermare questa violenza contro migranti disperati". Il servizio di Adriana Masotti:

E’ l'Europa la destinazione più pericolosa del mondo per la migrazione "irregolare". Lo ha affermato ieri a Ginevra l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, Oim, presentando un rapporto di oltre 200 pagine sui 'viaggi fatali' di chi lascia la propria terra per cercare una vita migliore. Dal 2000 ad oggi sono stati 40 mila i migranti morti in tutto il mondo,  di questi oltre 22.000 hanno perso la vita nel Mar Mediterraneo. 

Il 2014 risulta l’anno peggiore con almeno 4.077 vittime totali di cui 3.072 nel Mediterraneo, oltre il doppio del numero record registrato nel 2011, in occasione delle primavere arabe che videro in fuga dai loro paesi migliaia di persone. L’Oim precisa che la maggior parte dei migranti deceduti nel Mediterraneo per annegamento, soffocamento, fame o freddo, proveniva dall’Africa e dal Medio Oriente. 251 i morti quest’anno nell'Africa orientale e 230 al confine tra Stati Uniti e Messico. Le cifre tuttavia sono in difetto perché, osserva l’Organizzazione, molti decessi si verificano in zone isolate e non sono registrati. La raccolta di dati sui decessi dei migranti, del resto, non è stata finora considerata una priorità dai Governi, lamenta  l’Oim. Alcuni esperti ritengono addirittura che per ogni corpo ritrovato ce ne siano almeno altri due dei quali non si viene mai a conoscenza.

Per il Direttore Generale dell’Organizzazione, Lacy Swing, però "è il momento di fare di più che contare il numero di vittime. E' ora di coinvolgere il mondo per fermare la violenza contro i migranti disperati". E in questo possono fare molto i social media.Ne sono prova le chiamate e le e-mail ricevute dagli uffici dell’Oim, dopo il recente tragico naufragio a Malta, da tutta l’Europa e dal Medio Oriente, da parte di familiari alla ricerca di informazioni sui loro parenti dispersi, molti dei quali si teme siano deceduti.


 








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