2014-09-30 14:19:00

Cardinali Scola e Schönborn contro utero in affitto ed eterologa


“Nuove minacce oggi incombono sul nostro continente”. E come ai tempi dei tragici eventi della Prima Guerra mondiale, pongono di nuovo in questione il “valore della vita umana”, sebbene in “termini diversi”. Usano toni forti i cardinali di Milano e Vienna, Angelo Scola e Christoph Schönborn, nell’editoriale scritto a quattro mani per il quotidiano francese Le Figaro nel quale gli arcivescovi esprimono la loro opinione su un tema estremamente caldo per la Francia: il ricorso alle tecniche di Gpa (Gestazione per altri o utero in  affitto) e Pma (Procreazione medicalmente assistita) dopo che lo scorso anno nel Paese è stata approvata la legge Toubira (meglio conosciuta come legge sul “mariage pour tous”).

Nel giorni scorsi - riporta l'agenzia Sir - ha fatto molto discutere una sentenza emessa dalla Corte di Cassazione che ha acconsentito ad una donna di adottare il figlio partorito in Francia dalla compagna dopo aver fatto ricorso all’estero alla procreazione medicalmente assistita. In seguito alla sentenza, le associazioni della Manif pour tous hanno indetto per domenica 5 ottobre una manifestazione a Parigi e Bordeaux. Genera inoltre preoccupazione la condanna nei mesi scorsi della Corte europea dei diritti dell’uomo alla Francia perché si è rifiutata di trascrivere nei registri dello stato civile gli atti di nascita di bambini nati all’estero ricorrendo alla maternità surrogata. 

Sulla spinosa questione oggi scendono in campo anche i cardinali Scola e Schönborn secondo i quali le leggi che in alcuni Paesi europei autorizzano la Gestazione per altri (o utero in affitto) rappresentano “un duplice attentato alla dignità della vita umana”: contro i bambini, da una parte, perché “condannati ad essere orfani di genitori viventi”; contro le madri, dall’altra, “il cui corpo è cosificato, strumentalizzato, affittato”.

Alla luce di queste due derive, gli arcivescovi salutano “la reazione tonica, creativa, giovane e duratura della Francia” che attraverso la “Manif pour tous” ha avuto “il coraggio di dire no” a quella che chiamano “una fabbricazione di esseri umani”. I due arcivescovi ritengono infatti che nella fecondazione eterologa per le coppie di donne e nella maternità surrogata “ci sono in germe tutte le condizioni di una schiavitù moderna dove il bambino è concepito come un prodotto, un commercio in cui i più ricchi sfruttano i più poveri, ed una accelerazione di una eugenetica occidentale”.

Poi ricordando quanto hanno affermato i vescovi francesi, scrivono: “Se si apre l’accesso alla procreazione medicalmente assistita e all'utero in affitto, l’intera filiazione si troverebbe disorientata con una generazione di bambini volutamente privata di uno dei due genitori”. L’editoriale si conclude con un appello ai francesi a “restare fedeli alla loro storia”: “Non si tratta di avere cura delle radici ma dei rami, dei germogli e dei frutti, in breve del futuro dell’Europa”. (R.P.)








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