2014-09-30 15:52:00

Mons. Tomasi all’Acnur: persone non sono cargo merci, aiutare rifugiati


Serve un “cambiamento di mentalità” per “sconfiggere la globalizzazione dell’indifferenza”. E’ quanto sottolineato dall’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu di Ginevra, intervenuto oggi alla 65.ma sessione dell’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite (Acnur), con particolare riferimento alla situazione in Africa. Il servizio di Alessandro Gisotti:

L’arcivescovo Tomasi ha sottolineato che “troppe vittime hanno trasformato le acque del Mediterraneo in un cimitero silenzioso”. E ha condannato quanti con “crudeltà” trafficano le persone umane come fossero un “cargo” merci. Del resto, ha osservato, politiche di frontiera “eccessivamente restrittive” hanno spinto migliaia di richiedenti asilo a intraprendere un viaggio fatale per le loro vite. Lasciano la loro terra, ha ribadito, perché fuggono da “condizioni di pericolo e oppressione” e cercano una “vita decente”.

L’Osservatore vaticano non ha mancato di mettere l’accento sull’ospitalità che in alcuni Paesi africani ha salvato la vita di tante persone durante le crisi che hanno “tormentato” il continente africano negli ultimi decenni. E tuttavia, ha chiesto un rinnovato impegno per prevenire i conflitti e le altre cause che portano allo sradicamento di tanta gente in Africa. Gli strumenti giuridici prodotti per proteggere le popolazioni sfollate, ha soggiunto, offrono “strumenti efficaci” affinché chi è stato sradicato dalla propria terra possa ricevere “un’adeguata protezione”. La determinazione politica a “prevenire conflitti attraverso il dialogo” e la “solidarietà”, ha concluso, riducono “il gap tra le nazioni sviluppate e quelle in via di sviluppo”, aprendo così “un sentiero verso un futuro pacifico”.








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