Hong Kong: quarto giorno di proteste pro-democrazia

Ad Hong Kong non si ferma il braccio di ferro tra i manifestanti che chiedono riforme democratiche e il governo locale filo-cinese di Chun-ying Leung, il quale oggi è stato nuovamente contestato prima della cerimonia per il 65.mo anniversario della fondazione della repubblica popolare cinese. Intanto Pechino teme un contagio delle proteste in altre parti del Paese e avvia una stretta sui dissidenti. Il servizio di Marco Guerra:

Diverse decine di studenti, tra cui il diciassettenne leader delle proteste Joshua Wong, si sono radunati stamani davanti a piazza Bauhinia, dove si è svolta la cerimonia per la celebrazione del sessantacinquesimo anniversario della fondazione della Repubblica popolare di Cina. Alcuni di loro sono riusciti a superare il servizio di sicurezza e hanno contestato apertamente il governatore Leung, che ha preso parte alla cerimonia, prima di essere allontanati. Le dimissioni del cosiddetto 'chief executive' sono la prima richiesta dei giovani che occupano da domenica scorsa il centro di Hong Kong. Ma i dimostranti chiedono soprattutto che il governo di Pechino garantisca un voto pienamente libero per l'elezione del prossimo governatore, che si terrà nel 2017. Il governo cinese dal canto suo ha concesso che si voti una lista di candidati scelta da un comitato di élite locali pro-Pechino. Al tal proposito l’attuale governatore Leung ha detto che è meglio accettare i piani cinesi per i candidati di nomina e di tenere le elezioni, piuttosto che rimanere con l'attuale sistema che vede una Commissione elettorale scegliere il capo del governo locale. Intanto la Cina teme il contagio della protesta di Hong Kong. Su Internet cominciano  a circolare foto di attivisti cinesi con la maglietta nera e i nastri gialli che sono diventati il simbolo dei manifestanti. Tre di loro sono stati arrestati a Nigdu , mentre a Shenzen è stato arrestato l'attivista Wang Long per una simile azione su Internet.