2014-10-01 14:17:00

Sanità. Costi troppo alti, tanti italiani rinunciano alle cure


Sempre più italiani rinunciano alle cure mediche a causa del costo del ticket e dei tempi di attesa troppo lunghi. E’ quello che emerge dal 17.mo Rapporto sulla Salute del Tribunale per i diritti del malato. In un anno, la spesa media di una famiglia per farmaci necessari e non rimborsabili è di 650 euro. I pazienti denunciano, inoltre, che solo per una risonanza magnetica si aspettano 9 mesi, 14 per una mammografia e fino a due anni per un intervento all'ernia. Maria Gabriella Lanza ha intervistato Valeria Fava, curatrice del Rapporto:

R. - Le maggiori problematiche che i cittadini ci hanno segnalato riguardano le difficoltà di accesso alle prestazioni. In particolare, intendiamo la difficoltà e l’impossibilità di accedere a causa dei lunghi tempi di attesa, che sono davvero insopportabili  per circa il 58,5% dei cittadini  e, ulteriore ostacolo, i costi. Sono infatti aumentati, come sappiamo, quelli dei ticket.

D. - Quindi, le cure mediche stanno diventando un privilegio per pochi?

R. - La sensazione è davvero questa: che stia diventando quasi un privilegio e che le persone che vivono in una condizione sociale oggi abbastanza complessa, senza lavoro e con disoccupazione, si debbano portare dietro anche un aggravamento della situazione di salute.

D. - Cosa si dovrebbe fare per garantire a tutti delle cure accessibili?

R. - Noi chiediamo con forza al governo di abbassare il peso dei ticket. Ad esempio, come prima istanza, c’è quella di eliminare il "super ticket", questo balzello che è stato inserito nel 2012, che rende ormai concorrenziale il privato, tanto che molte persone ci segnalano che i costi privati a volte sono simili a quelli del pubblico. Le persone, quindi, potendo scegliere, addirittura si rivolgono al privato. Quello che noi chiediamo è di far tornare il Servizio sanitario di nuovo una scelta prioritaria, perché in questo modo alimentiamo anche il gettito nei confronti del Servizio sanitario pubblico. Un altro tema molto importante, che emerge dai dati, è quello della difficoltà nell’accesso all’assistenza territoriale. Pertanto, per fare un esempio, il ricovero dura 30 giorni e non interessa se il paziente, in effetti, si sia rimesso e sia stato riabilitato. Quando i costi che coprono il ricovero sono esauriti, il paziente viene dimesso, senza avere raggiunto l’obiettivo terapeutico. Anche questo continuo prevalere del criterio economico, riteniamo non sia assolutamente adeguato. Deve ancora una volta prevalere il criterio della salute dell’individuo.








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